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Reggio, operazione Sbarre. La regola della mutua assistenza: soldi alle famiglie dei carcerati

Un piccolo esercito di pusher all'insegna della compattezza e solidarietà. I componenti la gang dello spaccio che scorrazzavano tra i ruderi degli ex rioni popolari “Guarna” e “Caridi” avevano concordato una sorta di mutua assistenza nei confronti delle famiglie dei militanti finiti in carcere. Un atteggiamento - che per gli inquirenti è lo specchio di una precisa strategia conservativa per evitare le nefaste conseguenze di una collaborazione con la giustizia - sottolineato nelle motivazioni della sentenza emessa dal Gup: «Ulteriore riprova della sussistenza di un apparato efficientemente strutturato, fondato sull'affectio sociatatis tra i suoi membri si ricava dalla sovvenzione delle spese carcerarie in favore dei sodali medio tempore detenuti. All'indomani degli arresti di alcuni componenti il gruppo il Chillino Luigi si rendeva promotore di una colletta tra i sodali, biasimando aspramente il comportamento di chi si era sottratto all'obbligo contributivo. Plurimi sono i progressivi che vedono citare gli oneri economici sostenuti per i familiari e i compagni ristretti in carcere. Pur dolendosi dell'eccessiva onerosità egli non si sottraeva a tale compito che certamente esteriorizza il vincolo di solidarietà esistente tra i partecipi».

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