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Reggio, no alla Sorveglianza speciale e al sequestro del patrimonio dell'imprenditore Pratesi

Il Tribunale “Misure di prevenzione” accoglie le richieste. Scenario d’accusa fermo al 2018: «Si rileva che il giudizio in tema di attualità della pericolosità sociale conduca ad un esito negativo»

I militari del 1° Reggimento Bersaglieri di Cosenza davanti al CEDIR sede degli uffici della Procura e del Comune, stamani 18 ottobre 2010 a Reggio Calabria.ANSA/FRANCO CUFARI

Rigetto della misura di prevenzione personale della Sorveglianza speciale di Pubblica sicurezza con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di cinque anni; e rigetto del sequestro, finalizzato alla successiva confisca, dei beni riconducibili a lui stesso ed ai suoi familiari. È duplice il “no” disposto dal Tribunale “Misure di prevenzione” rispetto alla proposta della Procura di Reggio, ed in accoglimento della tesi difensiva, sostenuta dall'avvocato Marco Gemelli nell’interesse dell'imprenditore edile Domenico Pratesi, coinvolto nelle inchieste “Theorema-Roccaforte” e “Heliantus”. I due procedimenti penali sono ad oggi pendenti in Appello e nell’ottica dell’accusa puntano ad accertare «l’operatività e le infiltrazioni nel territorio cittadino e nelle zone periferiche delle cosche Libri e Labate». Rispetto al processo “Heliantus”, Pratesi è stato definitivamente assolto nel giudizio abbreviato dal Gup distrettuale reggino con formula piena - «per non avere commesso il fatto» - dopo che la Corte Suprema di Cassazione, in accoglimento delle argomentazioni di diritto esposte dall’avvocato Marco Gemelli, aveva annullato l’ordinanza del Tribunale del Riesame sulla esistenza dei gravi indizi di colpevolezza.

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