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Ionio-Tirreno verso la chiusura. Strada alternativa? Sì, per bici e quad

Un’alternativa alla Strada di Grande Comunicazione Ionio-Tirreno? Sì, purché il tratto della strada provinciale 5, che collega il centro abitato di Mammola ai piani della Limina venga percorso in bicicletta, in moto o, al limite, in quad o in sidecar.
Ci bastato percorrerla di mattina, in condizioni climatiche ottimali e senza incontrare nemmeno un mezzo che procedesse in direzione opposta, per comprendere quanto sia lontana da ogni immaginazione l’idea che possa reggere almeno il 10% dell’attuale traffico della Ss 682 Ionio-Tirreno. Sono da poco passate le 10 quando arriviamo nel centro abitato di Mammola. Qui, i cartelli blu mantengono la vecchia denominazione della strada: “Statale 281”. A destra si va a Gioiosa; a sinistra alla Limina. Procediamo in quest’ultima direzione per compiere il tragitto che diverrà obbligato per almeno venti mesi a partire dal prossimo gennaio, quando inizieranno i lavori di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza delle gallerie “Torbido” e “Limina”. Un cartello semicoperto dalle foglie di vite lo definisce “percorso alternativo alla Sgc “Jonio-Tirreno”, avvisando però che il transito è chiuso ai mezzi pesanti. Il che già è tutto dire.
I 550 metri di dislivello dai 250 sul livello del mare di Mammola agli 800 dei pianori della Limina sono strozzati da tornanti stretti (la carreggiata è quasi ovunque inferiore a sei metri) e spesso invasi da massi caduti dalle pareti. Va un po’ meglio salendo, quando ai lati si ammirano ulivi, querce, felci e l’aria ibrida (che sa ancora di mare ma non è abbastanza secca come quella di montagna) lascia il posto a una temperatura più fresca.

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