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Alberto Sarra, il “mulo” al servizio della "cupola" di Reggio

Il ruolo dell’ex politico di Alleanza nazionale, condannato a 13 anni, nella sentenza del processo Gotha

Alberto Sarra

Politico nelle mani di Paolo Romeo e Giorgio De Stefano, grimaldello per «garantire alla 'ndrangheta di infiltrare gli enti pubblici locali e per ciò stesso realizzare la possibilità di interferirne sul regolare funzionamento».
Tra le figure di primo piano dell’inchiesta Gotha non ci sono solo Paolo Romeo, Giorgio De Stefano e Antonio Marra. Un ruolo di primo piano, nella ricostruzione della Dda di Reggio Calabria avvalorata in sede processuale e nelle motivazioni alla sentenza di primo grado, c’è anche Alberto Sarra. Il peso specifico dell’ex politico di Alleanza nazionale è cristallizzato nella condanna a 13 anni inferti dal tribunale reggino al termine del primo grado del processo. Un ruolo di primo piano, quindi, esercitato secondo i giudici nell’arco di un decennio. «Sarra stesso – scrive il giudice Silvia Capone nelle motivazioni alla sentenza - in tale ambito, diventava perciò espressione soggettiva della 'ndrangheta, collaudato collettore di voti per sé e per gli altri candidati, trasponder tra la classe politica e la criminalità organizzata dei tre mandamenti, ai quali offriva costantemente disponibilità a raccordare gli interessi privati della criminalità con l'azione degli enti pubblici, per il perseguimento di interessi particolari delle famiglie criminali, e conseguente condizionamento dell'attività amministrativa».
Alberto Sarra, per i magistrati reggini, aveva una sorta di “dono”, cioè quello di riuscire a convogliare sui candidati scelti di Paolo Romeo il voto dei clan reggini.
«La capacità di ottenere consenso elettorale del Sarra – si legge nelle motivazioni - sempre in cambio di promesse di assunzioni, favori, commesse pubbliche in favore delle famiglie criminali, era in grado di mobilitare i voti di intere famiglie mafiose. Sarra era colui che per conto del Romeo, e dei candidati dallo stesso individuati, fungeva da collettore dei voti della criminalità organizzata, giungendo ad assicurare una disponibilità permanente dello stesso, come dimostrato dal vario ed ampio materiale tecnico analizzato».

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