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Aeroporto di Reggio “freezato” da Sacal

Prima che la società prendesse possesso dello scalo, la Sogas maturava traffico mai inferiore ai 500.000 passeggeri annui con punte fino a 700.000. Perché oggi le compagnie non vogliono volare da Reggio?

Riavviato il dibattito sulle problematiche che caratterizzano l’aeroporto “Tito Minniti”, ci sono nuove prospettive sulla vicenda che dovrebbe riportare l’equilibrio operativo sullo scalo cittadino. «Due fatti mi hanno indotto riflessioni e valutazioni onde trovare elementi di proposta nel senso costruttivo – esordisce il prof. Michele Buonsanti, professore presso il Dipartimento Diceam dell’Università Mediterranea di Safety Models & Flight Safety Procedures, accountable of Micromechanics Aeronautics and Aerospace Laboratory, Full Researcher in Structural Engineering & Mechanics of Materials, Flight Safety Officer & CRM Instructor – . La prima è la conferenza stampa fatta nella sede della Camera di Commercio alcuni giorni addietro, con la presenza, oltre del presidente della Camera di commercio Ninni Tramontana, dell’amministratore unico della Sacal Franchini e del governatore Occhiuto. La seconda, la conferenza fatta da Sacal, mercoledì scorso, sull’avvio delle procedure per la redazione del masterplan del “Tito Minniti” a tutt’oggi, unico aeroporto d’Italia a non possedere tale fondamentale strumento (basta guardare il sito Enac). Tra i due fatti si è inserito il pronunciamento del Commissario europeo Valean che ha dichiarato la strategicità dello scalo».
Il prof. Buonsanti riconosce al presidente Occhiuto «il coraggio nel manifestare una verità che rende onore alla sua onestà intellettuale: “Le compagnie non vogliono volare su Reggio” e poi, “senza l’intervento regionale oggi la Calabria non avrebbe alcuna società di gestione”. Preciso e corretto. Prendo spunto dal primo pensiero e chiedo a me stesso in primis: ma perché le compagnie non intendono più volare lo scalo reggino? Prima che Sacal prendesse possesso dello scalo, la vecchia gestione maturava traffico mai sotto i 500.000 pax annui con punte fino a 700.000 ma, principalmente con una lunga lista di compagnie operanti allora, come oggi nei cieli di tutta Europa (Alitalia oggi ITA, Volotea, Vueling, Blue Air, Air Malta, etc… e tante altre oggi assorbite o chiuse post covid, Air Europa, MyAir, Alpi Eagles). Tutte operanti in perfetta sintonia alle restrizioni (peggiori) che all’epoca vigevano sullo scalo. Ed allora, perché oggi i vettori, vecchi e nuovi, non intendono operare sullo scalo? Dal 2017, ingresso del nuovo gestore, si sono manifestate tutta una serie di vicende per cui lo scalo è stato “freezato”. Non va dimenticato l’abbandono di Alitalia e poi di Blu express, semplicemente lo scalo è scomparso dal panorama nazionale. Il Covid poi ha fatto le aggiunte. Oggi 2023, con una ripresa del traffico aereo importante ma anche con una radicale mutazione delle dinamiche del trasporto aereo comporta un certo disinteresse dei vettori e poi, il marcare da qualche anno a questa parte, continuamente la presenza delle restrizioni certamente non dà un buon biglietto da visita dello scalo».

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