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Il rigassificatore di Gioia Tauro? Altro che indipendenza...

Legambiente ribadisce le critiche all’impianto che dovrà sorgere per fronteggiare la crisi del gas russo

«Portare in Calabria un nuovo rigassificatore vuol dire condannare la Calabria e l’Italia alla dipendenza energetica da altri Paesi, e a non raggiungere gli obiettivi climatici».
È quanto ha ribadito Legambiente Calabria in merito al rigassificatore di Gioia Tauro, sottolineando come «sul tema dell’energia il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha idee antiquate e inadatte a rispondere alle sfide ambientali, climatiche e sociali che stiamo attraversando».
«Il presidente Occhiuto – si legge ambientalista nella nota dell’associazione – continua a parlare del rigassificatore di Gioia Tauro come di un’opera “importante e strategica per il Mezzogiorno” al punto da richiedere un intervento diretto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’impianto di Gioia Tauro avrebbe, come gli altri impianti di questo tipo, negli intenti la diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico del Paese dopo le sanzioni alla Russia conseguenti alla guerra in Ucraina. Una motivazione già questa errata, perché è illogico realizzare rigassificatori per liberare l’Italia dal ricatto del gas russo comprando il gas da Paesi spesso politicamente instabili come Egitto, Algeria, Libia, Congo, Angola oppure dagli Usa che estraggono il gas con il processo di fracking, la fratturazione idraulica delle rocce che può potenzialmente contaminare le falde acquifere ed aumentare le emissioni in atmosfera perché rilascia metano ed agenti tossici».

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