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Reggio, Condera chiede acqua nelle case. Una cabina di regia per Arghillà

Le periferie alzano la voce: da più parti fioccano istanze al Comune

Le periferie alzano la voce. Richieste di “maggiore attenzione” bombardano Palazzo San Giorgio, indistintamente da nord a sud. E se i problemi fioccano, le soluzioni tardano.
L’acqua - o meglio la carenza idrica - è la madre di tutte le lamentele. Nelle ultime ore si sono fatti sentire duramente da Condera, dove un gruppo di cittadini ha bloccato per protesta la circolazione. «Se neanche avere l'acqua è un diritto, ribellarsi è un dovere» lo slogan urlato dal “Nuovo Fronte Politico”. Bissata di fatto la manifestazione inscenata, per lo stesso motivo, due anni fa. «La crisi idrica dura ininterrottamente da giorni ed ha coinvolto anche soggetti più vulnerabili, nell'indifferenza delle istituzioni. È inconcepibile privarsi del bene primario per eccellenza, a causa di una palese incapacità amministrativa che lede, oltre all’integrità fisica e la salute, la dignità; inevitabili i disagi, aggravati dal clima afoso, e la conseguente frustrazione da cui è scaturita la protesta», si aggiunge in una nota inviata agli organi di stampa. Il Comune ha inviato un’autobotte. Ma «ciò non significa che il problema sia risolto», avvertono da Condera assicurando che «la situazione verrà monitorata».
Altro fronte caldissimo è Arghillà, con le problematiche dell’area oggetto di un incontro convocato dal prefetto Massimo Mariani con Regione, Comune e Aterp, in presenza dei rappresentanti del Coordinamento di quartiere, presieduto da Giovanni Votano, e del parroco. Una sorta di “cabina di regia” per superare la logica del ghetto, obiettivo finale da raggiungere ovviamente attraverso vari step. Uno di questi, non a caso discusso anche in Prefettura, è il progetto comunale “A M.E.N.O. C.H.E.” inserito fra le tre proposte Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare) finanziate dal Ministero delle Infrastrutture ciascuna con un contributo di 15 milioni di euro. Finalità per l’area di Arghillà è «trasformare il sito in laboratorio sperimentale di buone prassi, attraverso azioni rigeneranti per riqualificare il quartiere e rendere la comunità protagonista». Per arrivarci concretamente, manco a dirlo c’è ancora tanto da fare.

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