Aveva suscitato grande scalpore la vicenda dei sette poliziotti del Commissariato di Taurianova finiti dei guai con l’accusa di avere operato in maniera illegale nelle funzioni di pubblico ufficiale. Adesso, a distanza di neanche due mesi, le accuse più importanti nei loro confronti sono crollate, in modo particolare la perquisizione illegale nello studio di due avvocati di Gioia Tauro.
Nei giorni scorsi, infatti, il tribunale di Reggio Calabria ha assolto da tutti i reati ascritti quattro poliziotti su sette. Solo per tre agenti della Polizia rimane l’interdittiva, scesa da 3 a 4 mesi rispetto ai 12 mesi iniziali. Rimane dunque un solo capo di imputazione (tra l’altro marginale), di non avere redatto il semplice verbale di perquisizione. A difendere i poliziotti gli avvocati Renato Vigna, Antonino Napoli e Antonio Cimino.
L’inchiesta, portata avanti dalla Procura della Repubblica di Palmi, contestava ai sette poliziotti i reati di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici e ispezione personale arbitraria. Il gruppo di indagati era composto da un ispettore superiore, per il quale era stata disposta una sospensione di sei mesi, un vice sovrintendente, che era stato sospeso per un anno, e cinque agenti. Per uno di loro era stata prevista la sospensione per un anno, mentre per gli altri quattro, per due mesi.
Due gli episodi contestati: il primo risale al 10 luglio 2022, quando i sette poliziotti eseguirono un controllo in un esercizio pubblico a Taurianova. e un servizio di polizia giudiziaria svolto il 26 ottobre 2022 a Gioia Tauro.
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