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Gioia Tauro, il Sul: “La direttiva europea avrà gravi effetti sul porto”

Monta la protesta per la nuova tassa sui porti di transhipment

Il porto di Gioia Tauro

Preoccupa tutti – politica, sindacati, addetti ai lavori – la cosiddetta direttiva europea ETS (Emission Trading System), volta a ridurre le emissioni degli inquinanti da recepire entro fine anno; un meccanismo che, così come evidenziato anche dal terminalista container Mct e dai tecnici dell’AdSP gioiese, rischia di minare seriamente la competitività di uno dei principali hub per il traffico merci nel bacino del Mediterraneo.
Il pacchetto di misure del “green deal” imposto da Bruxelles prevede infatti una tassa per tutte le navi con una stazza lorda superiore alle 5 mila tonnellate, conteggiata al 100% per i Paesi UE, al 50% per quelli extra e, addirittura, a zero per le portacontainer che, pur attraversando il Mediterraneo, non sostano in porti dell’UE. Appare chiaro, quindi, che una simile norma così concepita rischia di provocare un crollo dei traffici marittimi nei Paesi membri, in particolare in quegli hub di tranhsipment come Gioia Tauro.
Sulla questione, in attesa della conferenza stampa convocata per domani mattina dal presidente dell’AdSP dei Mari Tirreno meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, ieri è intervenuto il sindacato SUL. Per il segretario nazionale Antonio Pronestì «è come se non ci fosse pace per lo scalo che funge da traino all’economia calabrese, ripiombato nel buio».

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