Tornano con nostalgia alla mente i tempi non distanti nei quali i collegamenti di Reggio e dell’intero Bacino dello Stretto, prioritariamente con Roma e Milano, erano intensamente utilizzati. Ed oggi il messaggio forte e chiaro è del professore Michele Buonsanti, docente di Modelli per la sicurezza delle infrastrutture e procedure della navigazione alla facoltà di Ingegneria dell’Università Mediterranea e di Sicurezza del volo presso lo Stato Maggiore dell’Aeronautica: «Riprendiamoci Ita; il “Tito Minniti” non è aeroporto da voli low cost. C’è una dignità che non permettiamo a nessuno di mettere sotto i piedi».
Tutto questo in occasione dell'importante caminetto organizzato, all’hotel “Torrione”, dal Rotary Reggio Calabria Sud Parallelo 38, su “Aeroporto dello Stretto, tra passato, presente e futuro”, con la partecipazione dell’Aero Club dello Stretto, il cui presidente Rino Sculco ricorda: «Il primo aeroporto era stato individuato in un “campo volo” dalle parti del rione Modena, ove adesso sorge il campo Coni. Erano i primi decenni del secolo scorso. Dopo la nuova localizzazione a Ravagnese, e la realizzazione di un vero e proprio aeroporto, gli anni ’69-’70 hanno visto le prime forme di sviluppo all’interno di un programma di potenziamento. Quasi quotidianamente, ormai da diversi anni, si susseguono annunci su nuovi collegamenti, interventi di ammodernamento dello scalo. Cercheremo, pertanto, di focalizzare gli aspetti di natura tecnica e politica nell’interesse di noi tutti viaggiatori e del nostro territorio che ha nel suo aeroporto uno snodo fondamentale di crescita e di immagine».
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