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Il crocevia dello spaccio a Scilla ricostruito dal pentito Cimarosa

Nelle dichiarazioni rese alla Dda il collaboratore svela la sua «intraneità» negli affari criminali

Scilla, crocevia dello spaccio di sostanze stupefacenti dell'intera Costa Viola dove confluivano “clienti” provenienti da Villa San Giovanni e Bagnara, dall’Aspromonte alla “Tonnara”, da più punti dell'ampia area dello Stretto. Un business attivo, e remunerativo, svelato dalle inchieste della Procura antimafia e dei Carabinieri, “Lampetra” prima e “Nuova Linea” dopo. Affari e dinamiche confermati dal collaboratore di giustizia Carmelo Cimarosa, tra i più attivi esponenti dello spaccio in grande stile a Scilla. La sua carriera negli affari della droga sono stati ripercorsi nelle dichiarazioni rese ai Pubblici ministeri Walter Ignazitto, Nicola De Caria e Paola D'Ambrosio nell'estate 2022 a poche settimane dall'arresto: «Ho iniziato a spacciare sostanze stupefacenti circa 7/8 anni fa. Dopo un primo momento in cui avevo iniziato autonomamente intorno al 2015 cominciai ad aiutare nello spaccio “Omissis”. Dopo una fase in cui avevo cercato di guadagnare lecitamente (ed avevo aperto un circolo chiamato “La sirena”) compresi che non ottenevo guadagni e ripresi l’attività di spaccio».

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