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Norma “ammazza-porto”, l’Europa apre uno spiraglio. Gioia Tauro spera

«Confronto con gli armatori», mentre la politica alza i toni in vista del voto di giugno. FdI: colpa di M5S e Pd. I dem: non strumentalizzate. E Laura Ferrara (che ad aprile votò a favore della norma) presenta un’interpellanza

C’è un porto, e ciò che gli ruota intorno, da salvare. E mentre Gioia Tauro si mobilita, forse si apre una “breccia” in Europa. Ad annunciarlo è la senatrice reggina della Lega, Tilde Minasi, che mette tutto nero su bianco in un comunicato stampa: «Se la direttiva Ue Ets non verrà modificata, le conseguenze sul trasporto marittimo saranno pesantissime. La Lega – osserva Minasi – si batte fin dall’inizio contro questo provvedimento scellerato dell’Europa e ora finalmente un nostro europarlamentare, Paolo Borchia, è riuscito a ottenere qualche prima risposta dal vicepresidente della Commissione, Maroš Šefčovič, responsabile per l’attuazione del Green Deal». Ed eccola, la novità: «L’Europa sta dimostrando di non essere del tutto sorda al nostro allarme, come ha riferito Šefčovič su sollecitazione di Borchia. Ha detto il vicepresidente, infatti, che “la Commissione Europea è al corrente del problema del transhipment ed è in contatto con gli stakeholders armatoriali e con i porti per discuterne; volendo assicurarsi di non perdere questi traffici e di proteggere il lavoro, auspica il raggiungimento di una soluzione condivisa per stabilire parità di trattamento”. Ci auguriamo – conclude Minasi – che a queste rassicurazioni seguano al più presto fatti concreti e tangibili, per salvare il porto di Gioia e gli altri italiani, con una revisione della direttiva che ripristini la parità di trattamento tra porti Ue e non Ue».

Da Bruxelles, intanto, un portavoce dell’esecutivo Ue fa sapere all’agenzia Adnkronos che «la direttiva sull’Ets emendata contiene misure specifiche per evitare che le navi portacontainer preferiscano i porti extra-Ue e comunque, nel caso dovessero sorgere problemi, la Commissione agirà rapidamente per proporre altre misure». E ancora: «Il rischio di delocalizzazione è stato attentamente esaminato nei lavori preparatori della Commissione per la proposta legislativa e discusso approfonditamente con i colegislatori durante il processo di codecisione». A seguito dei negoziati è stata inclusa nell’Ets «una misura anti-evasione specifica» e la Commissione, aggiunge il portavoce, «sta attualmente lavorando a un atto di esecuzione, previsto per la fine dell’anno, per determinare i porti limitrofi extra-Ue dove il rischio di evasione è più elevato».

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