'Ndrangheta, colpo al mandamento di Reggio: 28 arresti e sequestri ad esponenti delle cosche Libri e Tegano-De Stefano I NOMI
A Reggio Calabria ed in altre città italiane i poliziotti hanno eseguito 27 arresti (22 in carcere, 5 ai domiciliari) disposti dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia - diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri a carico di soggetti indiziati, a diverso titolo di estorsione, tentato omicidio, detenzione illegale di armi, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
I nomi
In carcere Claudio Bianchetti (Reggio Calabria, 06.04.1980); Giovanni Chirico (Reggio Calabria, 30.05.1979); Sebastiano Di Mauro (Reggio Calabria, 20.11.1975); Filippo Dotta (Reggio Calabria, 11.12.1969); Antonino Gullì (Melito, 04.10.1969); Antonio Libri (Reggio Calabria, 27.12.1983 già detenuto); Nunzio Magno (Patti, 30.07.1970); Beniamino Mangiola (Reggio Calabria,, 30.06.2000); Edoardo Mangiola (Reggio Calabria,, 28.02.1980 già detenuto); Domenico Musolino (Reggio Calabria, 17.07.1976 già detenuto); Francesco Palmisano (Reggio Calabria, 09.06.1987); Antonino Pirrello (Reggio Calabria, 18.12.1979); Domenico Polimeno (Reggio Calabria,, 20.10.1987); Emanuele Quattrone (Reggio Calabria, 24.03.1969); Vittorio Quattrone (Reggio Calabria, 14.10.1955); Domenico Siclari (Reggio Calabria, 12.06.1978); Antonino Votano (Reggio Calabria,18.02.1966); Giovanni Zema (Reggio Calabria, 10.09.1954); Cristofaro Zimbato (Reggio Calabria, 27.04.1976); Michele Crudo (Reggio Calabria, 02.04.1977); Davide Bilardi (Reggio Calabria, 27.05.1975); Carmelo Serafino (Reggio Calabria, 31.05.1989); Mariano Tegano (Reggio Calabria, 20 anni). Ai domiciliari Ernesto Barbaro (Melito, 17.04.1968); Caterina Belfiore (Reggio Calabria, 28.04.1968); Demetrio Polimeno (Reggio Calabria, 08.09.1957); Pietro Danilo Serafino (Reggio Calabria, 06.09.1991); Giovanni Siclari (Reggio Calabria, 22.04.1959). L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile, in particolare, ha colpito presunti esponenti delle cosche Libri e Tegano-De Stefano del mandamento centro di Reggio Calabria, tra le quali vigeva un accordo spartitorio per le estorsioni da eseguire in alcune aree della città. Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti restrittivi è in corso il sequestro preventivo del compendio aziendale di 11 società riconducibili ad imprenditori a cui viene, invece, contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Le società sequestrate
"CG Gluten Free... e non solo"; "Sime Edilizia"; "Sisco Costruzioni"; "GS Costruzioni"; "Sigest Immobiliare"; "Cripas Costruzioni"; "Dueesse Immobiliare"; "Puliservice"; "Ile Immobiliare"; "Zegiro"; "Cesaf".
"Atto Quarto": così Libri, De Stefano e Tegano si spartivano il territorio
Le indagini - condotte dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria sotto le direttive della Procura della Repubblica - costituiscono il naturale seguito (da qui il nome convenzionale Atto Quarto) delle investigazioni note come Theorema – Roccaforte, Libro Nero e Malefix, che nel tempo hanno disvelato assetti e dinamiche criminali delle cosche Libri, De Stefano e Tegano, con la conseguente esecuzione di misure cautelari nei confronti di numerosi soggetti. Le acquisizioni investigative costituite da intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, ma anche dalle dichiarazioni di un imprenditore vittima di estorsione, hanno consentito di acclarare la perdurante operatività della cosca Libri non solo nella storica roccaforte costituita dal quartiere di Cannavò e zone limitrofe, ma anche la sua influenza nei quartieri di Condera, Reggio Campi, Modena, Ciccarello, San Giorgio, nelle frazioni di Gallina, Mosorrofa, Vinco e Pavigliana nonché nella zona centro di Reggio Calabria, porzione di territorio quest’ultima all’interno della quale vigono accordi spartitori con le consorterie De Stefano e Tegano.
Il boss Mangiola: dal carcere disposizioni ai fedelissimi
In ordine agli assetti del gruppo criminale, l’attività investigativa ha posto in evidenza la persistente operatività di Edoardo Mangiola, capo del locale di Spirito Santo, già detenuto perché tratto in arresto nel corso dell’operazione Malefix, che attraverso l’utilizzo di telefoni cellulari abilmente modificati e introdotti all’interno degli istituti di pena ove era recluso, con la fattiva collaborazione del figlio Beniamino, continuava a dare disposizioni ad alcune dei più fidati sodali quali Francesco Palmisano, Domenico Siclari, Caterina Belfiore ed Ernesto Barbaro. Da evidenziare che Edoardo Mangiola, ancora durante lo stato di detenzione, è risultato attivo anche nel traffico di stupefacente, in particolare cocaina. Sfruttando, infatti, la possibilità di comunicare dal carcere attraverso un telefono abusivamente detenuto, incaricava il figlio Beniamino di recuperare circa 800 grammi di cocaina in un garage sito nel Nord Italia, che veniva poi commercializzata con l’aiuto dei coindagati Sebastiano Di Mauro e Domenico Siclari.
Votano reggeva la 'ndrina di Vinco e Pavigliana
Nonostante l’accertata operatività del Mangiola, il suo stato di detenzione e quello del capo cosca Libri Antonio, a cui, con l’ordinanza eseguita oggi vengono contestati nuovi episodi estorsivi, hanno imposto di affidare la reggenza della cosca a Antonino Votano, vertice della 'ndrina di Vinco e Pavigliana.
L'articolazione di San Cristoforo: il ruolo di Dotta e Bianchetti
L’indagine, inoltre, ha fatto emergere l’operatività, in seno alla cosca Libri, di un’ulteriore articolazione, ossia quella di San Cristoforo, territorio limitrofo a quello di Spirito Santo, al cui vertice, secondo la ricostruzione investigativa, è posto Filippo Dotta, che in virtù del suo ruolo è deputato anche alla gestione delle attività estorsive. Nella medesima area territoriale è stato censito, dopo la sua scarcerazione, l’attivismo criminale di Claudio Bianchetti, vero e proprio braccio operativo della cosca che, per come documentato dalle indagini, si relazionava costantemente ed in maniera riservata, con l’attuale reggente Antonino Votano.
I fratelli Quattrone gestivano il territorio di Gallina
Nel territorio di Gallina, invece, anch’esso sotto l’influenza della cosca Libri, i referenti sono stati individuati nei fratelli Emanuele e Vittorio Quattrone, che per la gestione degli affari illeciti si sono relazionati, fino al suo arresto, con Antonio Libri e, successivamente, con Antonino Votano, Cristofaro Zimbato e Claudio Bianchetti. Sul medesimo territorio ulteriori soggetti affiliati sono risultati essere Demetrio e Domenico Polimeno che nell’arco temporale compreso tra il dicembre 2018 ed il dicembre 2020, su mandato dell’allora capo cosca Libri Antonio, detto Totò, si erano resi responsabili di una serie di estorsioni.
La simbiosi coi Morabito nelle frazioni preaspromontane
Ulteriore territorio sottoposto all’influenza della cosca Libri è quello delle frazioni preaspromontane di Terreti, Straorino ed Ortì, dove il sodalizio opera nel settore delle estorsioni, in simbiosi con i componenti della cosca Morabito, intesi “i Grilli”, attraverso i sodali Carmelo e Pietro Danilo Serafino.
Chirico "ministro degli esteri" nei rapporti tra i Libri e i Tegano
L’indagine ha ricostruito ancora il ruolo di uno dei più fidati collaboratori di Antonio Libri, Giovanni Chirico, che in una sorta di veste di ministro degli esteri è stato delegato soprattutto a gestire i rapporti con gli esponenti della cosca Tegano, ma anche quello di Antonino Gullì, originario di Roccaforte del Greco, già esponente della cosca Zavattieri egemone su quel territorio, rivelatisi essere tra i più fidati luogotenenti di Antonio Libri.
Gli accordi tra De Stefano e Tegano mediati da Bilardi
Con particolare riferimento agli accordi con la cosca De Stefano - Tegano, le interlocuzioni con gli esponenti apicali della stessa, Carmine De Stefano (poi tratto in arresto nell’operazione Malefix), Michele Crudo (genero del boss Giovanni Tegano) e Mariano Tegano (figlio del boss Pasquale TEGANO), questi ultimi colpiti dalla odierna misura cautelare, sono stati mediati, tra gli altri, dal sodale Davide Bilardi, anch’egli affiliato al sodalizio arcoto e attinto da misura cautelare nel presente procedimento. A riprova del carisma e delle significative relazioni criminali della cosca Libri sono stati censiti, infine, solidi rapporti con le articolazioni di 'ndrangheta sia del mandamento tirrenico sia del mandamento Ionico.
Le estorsioni agli imprenditori e gli appalti pilotati
Oltre al reato di associazione mafiosa ad alcuni degli indagati vengono contestati diversi episodi estorsivi ai danni di imprenditori impegnati nella realizzazioni di lavori ed appalti nei territori di influenza criminale della cosca. Ad alcuni imprenditori, di converso, viene contestato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, ritenendo che gli stessi avevano stretto un vero e proprio rapporto sinallagmatico con la cosca, versando somme di denaro o assumendo personale segnalato in cambio di protezione e aiuto ad acquisire commesse ed espandere le proprie attività, in alcuni casi anche al di fuori della provincia di Reggio Calabria.
Luce sul tentato omicidio Baggetta a Reggio
Altra vicenda criminale su cui le indagini hanno fatto, seppur parzialmente, luce è il tentato omicidio posto in essere il 17 maggio del 2017 a Reggio Calabria in pregiudizio di Antonio Baggetta. Per tale fatto risultano indagati Edoardo Mangiola e Filippo Dotta, che avrebbero avuto il compito di procurare ed occultare le armi ed il motociclo (poi rinvenuti e sequestrati dagli investigatori della Polizia di Stato) utilizzati per portare a compimento il delitto. Alla fase esecutiva dell’operazione hanno fornito ausilio personale della S.I.SCO di Reggio Calabria, della Divisione Anticrimine e dei Commissariati distaccati, delle Squadre Mobili di Bologna, Brindisi, Catanzaro, Cuneo, Verbania, Verona e Udine, Crotone, Cosenza, Enna, Catania, Messina, Siracusa ed equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine di Calabria e Sicilia.