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Reggio, 'ndrangheta e droga: gli affari del clan Libri con i “compari” di Catania

Operazione “Atto Quarto”: le direttive partivano dal capo detenuto. «Nessun dubbio sulla serietà dell'accordo»

Narcotraffico con i boss della Locride, affari con i compari catanesi. La 'ndrina Libri, seguendo le direttive del reggente Edoardo Mangiola, passava dall'imposizione del pizzo a costruttori e commercianti alle spedizioni di “pacchi” di cocaina sull'asse Reggio-Catania. Un business che emerge dalle carte dell'operazione “Atto Quarto”, l'ultimo colpo alle gerarchie moderne della cosca Libri operato da Procura antimafia e Squadra Mobile.
Quasi un dettaglio che fosse detenuto, il terminale dell'affare era sempre Edoardo Mangiola. La conferma arriva agli inquirenti dal monitoraggio del telefonino che custodiva in carcere: «Il 9 gennaio 2021 veniva intercettata un'ulteriore conversazione, svoltasi con lo stesso modus operandi. Ancora una volta, Beniamino Mangiola (il figlio del presunto capo, tra gli arrestati di “Atto Quarto”) - raggiunto un membro del sodalizio - chiamava il padre detenuto e passava il telefono, ritenuto non intercettabile, per mettere in comunicazione i due. Il contenuto della conversazione è inequivocabile e rivelatore di un altro sodale del gruppo, Giovanni Chirico (anche lui tra gli indagati). Il Mangiola si preoccupava immediatamente di venire al cuore della conversazione e quindi di conoscere l'esito della trattativa, relativa ad una partita di sostanza stupefacente, avviata con un gruppo di catanesi già prima del suo arresto».
Il capo disponeva, la sua “rete” eseguiva: «Il Chirico confermava l'intenzione dei catanesi di acquistare una partita di sostanza stupefacente, ed emergeva la disponibilità di Mangiola di consegnare immediatamente un importante quantitativo di cocaina. Il capo dettava il prezzo di vendita "a trentotto", da intendersi euro al grammo, e quando il Chirico gli faceva presente che gli stessi catanesi avevano parlato in realtà di "tre sei", il Mangiola ricordava al sodale che era intercorso del tempo e che c'era penuria di sostanza in giro. Comunque lo stesso, consapevole che il lieve margine di distanza sul prezzo, non avrebbe impedito di raggiungere l'accordo, chiedeva di sapere se gli etnei intendessero acquistare uno, due o tre chilogrammi».

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