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Gioia Tauro, sul porto si scrive il futuro. Tensioni sull’Ets, sì al rigassificatore

La mega-opera sarà dichiarata strategica dal governo Meloni. Snodo nel decreto Energia domani in Consiglio dei ministri. Ieri la visita di una delegazione Pd: road map per la modifica della norma Ue sulle emissioni

La “finestra operativa” del 31 dicembre per «mettere un tampone», la review della norma Ue entro 18 mesi «per risolverne le contraddizioni» e in mezzo il “salvagente” del passaggio per il recepimento in Parlamento italiano. Il Pd detta linee-guida e tempi di una possibile strategia per salvare il porto di Gioia Tauro dal rischio di collasso causato dagli effetti dell’Ets sulle emissioni, auspicando la massima convergenza a tre livelli: regionale, nazionale ed europeo.
Il punto è stati fatto ieri, nella sede dell’Autorità portuale, con la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, presenti anche il senatore Nicola Irto, l’ex deputata Enza Bruno Bossio, il consigliere regionale Raffaele Mammoliti, i sindaci di Cittanova, Palmi, Gioia Tauro e San Ferdinando, sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil e naturalmente il presidente dell’Adsp Andrea Agostinelli.
I dem si dicono pienamente mobilitati. E se vedono di buon occhio la previsione, già nel prossimo atto delegato, di un elenco di porti limitrofi non europei ma prossimi (Tanger Med e Port Said in primis) che ricadrebbero sotto la “clausola di trasbordo”, il correttivo è ritenuto comunque limitato e per nulla risolutivo. Ecco perché Picierno attende le ulteriori «valutazioni della Commissione» auspicando soluzioni «alla distorsione anche nella direzione che ha annunciato il presidente dell’Autorità portuale di Gioia Tauro», cioè l’estensione ai porti di transhipment europei dello status di Tangeri e Port Said. «Al fine di scongiurare distorsioni del mercato, di fatto idonee a declamare l’antieconomicità ad investire nelle infrastrutture di terminal transhipment localizzati in territorio europeo, è necessario – ha ribadito fino a ieri Agostinelli – parificare i 5 porti europei, interessati dalla direttiva Ue, che hanno caratteristiche di percentuali di trasbordo pari o superiori al 65%, ai porti nordafricani equiparati ai porti europei in funzione antielusiva». In attesa di risposte, Picierno ha fatto sapere di essersi confrontata col vicepresidente della Commissione Ue, Maroš Šefčovič, dallo scorso agosto anche vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo. «Un fronte comune dei Paesi preoccupati dagli effetti della direttiva è più che mai opportuno», ha sottolineato l’eurodeputata del Pd anche perché «Šefčovič si è animato dalla volontà di risolvere il problema». Picierno e Irto ipotizzano quindi «una possibile road map rapida per arrivare ad una concertazione tra tutti i porti europei, che si trovano nella stessa situazione», attraverso un eventuale incontro tra i rappresentanti delle Autorità portuali e un confronto «diretto e schietto» con Šefčovič a Bruxelles. «Noi abbiamo dato assoluta disponibilità – garantisce da parte sua Agostinelli – a partecipare sia alla interlocuzione coi colleghi presidenti delle Autorità portuali interessate sia ad una riunione europea».

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