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Spaccio di droga e racket a Scilla con il placet della ’ndrangheta

Operazione “Lampetra”: fissato il processo in Corte d’Appello per 16 imputati

Sedici condannati in primo grado, sedici ricorsi in appello. E' stato fissato al 15 novembre, nell'antico Palazzo di giustizia di piazza Castello, il processo di secondo grado “Lampetra”, una delle parallele operazioni della Procura antimafia che ha contribuito a smantellare capi e gregari della cosca “Nasone Gaietti” di Scilla. Il processo si terrà davanti al Giudici della prima sezione.
Scilla sotto scacco dell’asse di ’ndrangheta Nasone-Gaietti. Dalle inchieste “Lampetra” e “Nuova linea”, “Cyranò” e “Alba da Scilla”, la cittadina emblema della Costa Viola è da sempre stretta in una asfissiante morsa mafiosa tra imposizione del racket delle estorsioni, la mannaia del pizzo agli imprenditori e delle tangenti nei cantieri, il “monopolio” del pesce spada per ristoranti con affaccio sul mare di Chianalea e chioschi sulla spiaggia e soprattutto il lucroso business del narcotraffico. Come emerge a chiare lettere nelle motivazioni della sentenza di primo grado “Lampetra”, i clan scillesi monopolizzavano Scilla: dalla gestione della piazza dello spaccio di cocaina e marijuana alla compravendita di partite di stupefacenti per rifornire gli amici e compari dell'hinterland scillese e di una porzione di Aspromonte.

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