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'Ndrangheta a Reggio, le storiche cosche Borghetto-Latella e i nuovi equilibri in città: 25 arresti. Blitz anche a Messina e Cosenza I NOMI

Una parte delle indagini riguarda i rapporti con la comunità rom di Ciccarello che, secondo gli inquirenti, non è più manovalanza al servizio dei clan ma, così come in altri territori della Calabria, si sta trasformando una vera e propria cosca

Venticinque persone sono state arrestate - uno l'obbligo di firma - stamattina dalla Guardia di finanza nell’ambito di un’operazione denominata «Garden», coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che ha riguardato le cosche Borghetto e Latella operanti nei quartieri di Modena e Ciccarello. Il blitz è scattato all’alba nelle province di Reggio Calabria, Agrigento, Cosenza, Messina, Milano e Roma. Disposto anche il sequestro preventivo di beni per un valore di circa 500mila euro. Sigilli ad una imbarcazione, alcuni immobili, una società agricola, diversi terreni e un’automobile.

I finanzieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dell’aggiunto Walter Ignazitto. I reati contestati a vario titolo agli indagati sono associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti e usura. Per 24 è stato disposto il carcere mentre per uno gli arresti domiciliari.

I nomi

In carcere:
Borghetto Cosimo (Sant'Eufemia d'Aspromonte, 11.02.1954);
Borghetto Eugenio detto "Gino" (Reggio, 20.01.1968);
Bevilacqua Francesco (Reggio, 06.05.1993);
Cacopardo Giovanni (Messina, 30.01.1972);
Catanzariti Armando (Reggio, 12.08.1970);
Condemi Giuseppe (Reggio, 24.08.2001);
Ferrente Francesco (Reggio, 09.10.1975);
Filocamo Maurizio (Reggio, 15.03.1978);
Guasby Bard (Marocco, 20.11.1999);
Iaria Carmelo Rocco (Melito Porto Salvo, 02.11.1974);
Idotta Antonino (Reggio, 30.09.1972);
Latella Angelo (Reggio, 05.09.1990);
Latella Paolo (Reggio, 11.07.1970);
Malaspina Vincenzo (Reggio, 04.11.1972);
Melchionna Felice (Reggio, 04.02.1969);
Mento Giovambattista (Reggio, 17.12.1983);
Passalacqua Santino (Catanzaro, 13.02.2000);
Pennestrì Fabio (Reggio, 26.04.1982);
Perla Matteo detto "Giorgio" (Reggio, 03.08.1962);
Polimeno Nicola Danilo (Reggio, 23.10.1968);
Saraceno Francesco (Reggio, 09.08.1983);
Tripodi Aldo (Reggio, 01.01.1964);
Iaria Bruno (Melito Porto Salvo, 09.06.1977);
Familiari Antonino (Messina, 20.12.1976).

Ai domiciliari:
Berlingeri Alessio (Melito Porto Salvo, 15.09.2000).

Obbligo di firma:
Catanzaro Kevin (Reggio, 16.06.2001).

I Borghetto-Latella e la seconda guerra di 'ndrangheta

Nel mirino le attività criminali di due delle cosche più potenti di Reggio Calabria: i Borghetto e i Latella, storicamente legate nella seconda guerra di 'ndrangheta che insanguinò Reggio Calabria dal 1985 al 1991, al 'cartello' De Stefano, Libri, Tegano, in contrapposizione ai Serraino-Imerti-Condello.

Cosimo ed Eugenio Borghetto: "La corona della nostra testa"

A riprova dello spessore criminale del clan smantellato, si registrala frase con cui un esponente di spicco appartenente ad un'altra famiglia della 'ndrangheta reggina indica la famiglia Borghetto-Latella come "la corona della nostra testa". Il capo cosca, Cosimo Borghetto, sarebbe assurto a tutti gli effetti ai vertici del mandamento di Reggio, rivestendo un ruolo apicale nelle gerarchie mafiose, di dispensatore di doti e cariche organizzative nonché di programmatore, insieme al fratello Eugenio, delle ripartizioni dei proventi illegali fra il suo sodalizio e le altre 'ndrine della città.

La nuova mappa delle influenze in città

L’inchiesta, inoltre, avrebbe posto in evidenza una sorta di riorganizzazione degli equilibri e interessi criminali definiti alla fine del 1991, con una nuova mappa delle influenze territoriali, in particolare per i soggetti oggi indagati, nei quartieri 'Modena-Ciccarello' e le frazioni della Vallata del Valanidi, a sud del centro storico di Reggio Calabria.

Il ruolo emergente dei rom di Ciccarello

Una parte delle indagini riguarda i rapporti tra la 'ndrangheta e la comunità rom di Ciccarello che, secondo gli inquirenti, non è più manovalanza al servizio dei clan ma si sta trasformando una vera e propria cosca. I rom dei quartieri Modena-Ciccarello e Arghillà avrebbero trovato 'un posto a tavola' nell’organizzazione dello spaccio di stupefacenti, di traffico di armi, estorsioni e usura, una 'divisione del lavoro' criminale che sta interessando da tempo anche altre aree della Calabria, come la Piana di Gioia Tauro, la Sibaritide, il Lametino. «Non si tratta ormai di manovali del crimine - affermano fonti investigative con riferimento ai rom - ma di un’organizzazione autonoma che può contare su decine e decine di persone, soprattutto giovanissimi, che è ormai diventata una pericolosa realtà».

L'arsenale, le intimidazioni, le violenze

Il potere mafioso esercitato dai clan sui territori, garantito anche dalla disponibilità di veri e propri arsenali militari (decine di armi, anche da guerra, tra mitragliette, fucili e pistole, perfettamente funzionanti e con relativo munizionamento nonché di un ordigno esplosivo dalla potenza micidiale) e da continui atti intimidatori e violenti, si sarebbe consolidato anche attraverso un'imponente attività estorsiva, monopolizzando vaste sacche commerciali ed imprenditoriali, nonché numerose piazze del territorio reggino con espansioni anche fuori città.

 

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