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Reggio, detenuto picchiato in carcere? La parte offesa teste in aula

Al via in Tribunale il dibattimento per la presunta tortura nel plesso penitenziario “San Pietro”: otto gli imputati

Sarà il dibattimento avviato formalmente ieri davanti al Tribunale collegiale presieduto dalla dottoressa Silvia Capone (giudici a latere Carla Costantino e Claudia Colli) a ricostruire quella terribile giornata vissuta all'interno del plesso penitenziario “San Pietro”, il 22 gennaio 2022, quando il detenuto napoletano, Alessio Peluso, sarebbe stato picchiato, e sarebbe stato vittima di atti di tortura, dall'allora comandante della Polizia penitenziaria, Stefano La Cava, «in concorso» con cinque agenti. Le stesse persone che sono adesso sul banco degli imputati insieme a un medico e a un infermiere delle carceri cittadine che però non rispondono della presunta violentissima aggressione fisica e morale ma di un'ipotesi di «depistaggio» perchè secondo gli inquirenti avrebbero affermato il falso «ostacolando e sviando le indagini in ordine al pestaggio del detenuto».
Prima udienza che è stata catalizzata dalla richiesta, e contestuale ammissione, dei testi della Procura e del collegio di difesa ed esame imputati. Corposa la lista dei testi che il Pubblico ministero Sara Prezzan ha chiesto di sentire in udienza, all'Aula bunker: si comincerà con il funzionario della Squadra Mobile, Paolo Valenti, tra i principali componenti del pool investigativo, e tra i tanti testi saranno escussi anche la presunta parte offesa, il detenuto napoletano Alessio Peluso, direttore e vice comandante del periodo storico in cui sarebbe stato consumata la violenza, Calogero Tessitore e Sergio Aldo Floresta, numerosi investigatori, testimoni, l'avvocato Giovanna Russo, garante cittadina dei diritti dei privati della libertà.

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