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Reggio, il processo “Epicentro” avviato dalla relazione dei giudici

Davanti alla Corte d’Appello il troncone definito con il rito abbreviato: sotto accusa 56 persone

Paolo Iannò coperto dagli agenti nell'aula bunker di viale Calabria a Reggio Calabria

Relazione dei giudici d'appello e congelamento dei termini di custodia cautelare. E stato incardinato ieri il processo di secondo grado “Epicentro” (il filone definito con rito abbreviato) davanti al collegio presieduto da Alfredo Sicuro (a latere Perre e Foti). All'aula bunker di viale Calabria la prima udienza catalizzata dalla relazione del presidente del collegio. Ribadito l'impianto accusatorio sostenuto in primo grado, le conclusioni del Giudice dell'udienza preliminare e lo svolgimento del processo con rito abbreviato. Il processo d'appello “Epicentro” ritornerà in Aula il 23 gennaio 2024 per affrontare la discussione sulle richieste di rinnovazione istruttoria del collegio di difesa e della Procura generale. “Epicentro” (il troncone ordinario è adesso in avanzata fase dibattimentale essendo stata esaurita la lunghissima lista dei testi della Direzione distrettuale antimafia con l'escussione di una corposa pattuglia di collaboratori di giustizia) resta l'inchiesta per eccellenza condotta negli ultimi anni dalla Procura antimafia guidata da Giovanni Bombardieri. Sotto accusa capi e gregari delle principali cosche cittadine, con esponenti anche di primo piano delle ’ndrine De Stefano-Tegano-Molinetti e Condello di Archi, i Barreca di Pellaro e Bocale, i Libri di Cannavò, i Ficara-Latella di Ravagnese, Zito-Bertuca e Rugolino di Catona.

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