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Brogli a Reggio, per Falcomatà un'altra accusa per abuso d’ufficio?

È il reato ipotizzato per Falcomatà dal Gup che ha trasmesso gli atti alla Procura decidendo sul caso Castorina

Non c’è due senza tre. L’antico adagio si attaglia perfettamente al sindaco Giuseppe Falcomatà, nel cui orizzonte sta prendendo forma un’altra accusa di abuso d’ufficio. La “relazione” tra Giuseppe Falcomatà e l’articolo 323 del Codice penale (l’abuso d’ufficio) sta diventando ormai imbarazzante. Questa nuova ipotesi di reato è stata configurata dal gup Vincenzo Quaranta trasmettendo gli atti alla Procura della Repubblica per valutare meglio le azioni compiute (o non compiute) dal sindaco nell’ambito del processo che riguarda i brogli elettorali che la Procura ritiene essere stati consumati nelle elezioni comunali del settembre 2020.

Nell’inchiesta era rimasto “impigliato” l’ex presidente del Consiglio comunale (oggi assessore al Welfare) Demetrio Delfino, il quale nell’udienza preliminare è stato prosciolto da ogni accusa. Delfino rispondeva di abuso d’ufficio ma il Gup ha escluso ogni sua responsabilità e ha tirato in ballo il sindaco Falcomatà. «L’assunzione di fatto da parte del Castorina della veste di componente della commissione elettorale è stata diretta conseguenza dell’inerzia del responsabile dell’Ufficio elettorale ed in particolar modo del sindaco – scrive il gup Quaranta trasferendo gli atti alla Procura –. Un’inerzia che appare del tutto volontaria e s’inserisce in precise e condivise dinamiche illecite».
Riguardo alla posizione del sindaco, «non può non rilevarsi – annota il giudice – che proprio nella sua veste di componente di diritto della commissione, che svolge delicate funzioni istituzionali per il corretto funzionamento delle competizioni elettorali, doveva attivarsi in relazione all’esigenza di garantire che la commissione continuasse ad operare con la partecipazione dei componenti supplenti».
Per dimostrare «come vi sia stata una volontaria inerzia da parte del sindaco in un’ottica diretta a far assumere illegittimamente, anzi illecitamente, al Castorina la veste di componente della commissione elettorale anche con funzioni presidenziali», il gup Quaranta scrive che «l’aspetto di maggiore valenza probatoria è rappresentato dalla circostanza per la quale, allorquando la commissione risultava composta dai membri legittimamente nominati, il sindaco in carica aveva provveduto a formalizzare la delega per le funzioni presidenziali, delegando il vicesindaco, formalizzazione che invece manca nei casi in cui il Castorina ha assunto anche al funzione di presidente della commissione».

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