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Reggio, l’emigrazione sanitaria costa all'Asp 64 milioni di euro l’anno

È una delle note dolenti della sanità alle nostre latitudini: la necessità dei cittadini di emigrare fuori dalla provincia per curarsi. Un dato che sembra ancora una volta fortemente negativo anche per l’anno in corso, nonostante gli sforzi messi in campo dalla nuova governance. Ammonta a ben 64 milioni di euro l’esborso che l’Azienda sanitaria provinciale è costretta a pagare per servizi sanitari di ogni tipo resi in favore di cittadini residenti nell’area metropolitana ma che hanno scelto o sono stati costretti a rivolgersi altrove.
Spesso è una questione di carenza di fiducia, ma in alcuni casi mancano le infrastrutture sul territorio. Basti pensare che solo sul fronte delle neoplasie ogni anno sono tantissimi i cittadini che vanno in altre regioni d’Italia per avviare le cure con un enorme esborso di risorse private ma anche pubbliche.
Ecco perché nell’ultimo atto aziendale l’Asp chiedeva un importante stanziamento di risorse per le attività sanitarie, motivandolo in questo modo: «L’Azienda necessita di importanti interventi infrastrutturali che devono trovare copertura in adeguati finanziamenti pubblici regionali in conto capitale. Tali interventi produrranno in futuro dei positivi effetti sui livelli assistenziali delle strutture direttamente gestite, con un significativo salto di qualità nell’offerta di assistenza ospedaliera. Tenuto conto degli oneri per mobilità passiva gravanti su quest’Azienda, questo appare quanto mai necessario, in coerenza con il decreto 23 maggio 2022, n. 77 relativo alla definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell'assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale».

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