Il Comitato Jonio-Tirreno, costituitosi recentemente per affrontare le tematiche annose che affliggono il territorio reggino e, in particolare, quelle relative ad una mobilità sostenibile con particolare attenzione per l’arteria che congiunge i due versanti, destinata alla temporanea chiusura in seguito ai due anni di lavori che interesseranno la grande galleria di valico Limina, irrompe nel dibattito sul rigassificatore di Gioia Tauro, la cui realizzazione è stata approvata dal Cdm nel “Decreto energia”.
«L’impianto – evidenzia il portavoce del Comitato, Aldo Polisena, già segretario della Cgil Gioia Tauro – lascerà poco sul territorio dal punto di vista economico e darà origine a tantissimi problemi per gli abitanti della Piana per quel che riguarda i rischi per la salute e per l’ambiente. Il rigassificatore impegnerà infatti oltre 40 ettari di agrumeti divorando tanto territorio che sarà sottratto alla vocazione agricola, e, inoltre, comprometterà l’equilibrio termico e quello biologico marino devastando irrimediabilmente la poca attività ittica che si pratica ancora nei nostri mari».
«Altri due aspetti negativi del ciclo di rigassificazione – continua – sono legati alla reimmissione in natura delle acque raffreddate (il gas naturale liquefatto è a temperatura di -160 gradi) e alla necessità di immettere grandi quantitativi di cloro come agente antivegetativo che confluirà nelle acque del mare (quindi in natura) per impedire la naturale colonizzazione delle tubature da parte di alghe e altri essere viventi». Entrambi questi aspetti d’impatto ambientale negativo sono legati alla tipologia di funzionamento cosiddetto “ciclo aperto” dove il calore utile alla rigassificazione del GNL proviene dall’acqua di mare.
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