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Reggio, 4 colpi di pistola in pieno centro: arrestato il presunto autore del tentato omicidio Mangiola

L'agguato in pieno giorno e a viso scoperto, in una zona della città storicamente soggetta all’influenza e all’imposizione mafiosa

La Guardia di finanza ha arrestato a Reggio Calabria un cinquantenne, Emilio Minniti, con l'accusa di essere il responsabile del tentato omicidio di Gioiele Carmelo Mangiola di 38 anni, ferito con alcuni colpi di pistola il 13 ottobre scorso (un paio a vuoto, altrettanti a segno), mentre era ai domiciliari, in un quartiere periferico della città. Una seconda persona accusata degli stessi fatti risulta irreperibile.

Contro Mangiola, che nel momento del tentato omicidio aveva lasciato arbitrariamente la sua abitazione, furono sparati alcuni colpi di pistola che lo raggiunsero alla testa. Il trentottenne venne ricoverato con prognosi riservata ma, malgrado la gravità delle ferite riportate, si ristabilì rapidamente e venne dimesso a distanza di alcuni giorni. Era stato lui stesso, una volta giunto in ospedale, a riferire agli inquirenti il nome del suo attentatore, con il quale aveva avuto in passato una lite per il mancato pagamento di una motocicletta. Per questa aggressione e per avere danneggiato un distributore di carburanti era stato condannato a sette anni di reclusione.

Minniti, che ha precedenti per associazione mafiosa e favoreggiamento personale, è stato arrestato dai finanzieri del Gico in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Reggio Calabria su richiesta del Procuratore della Repubblica, Giovanni Bombardieri e dell’aggiunto, Walter Ignazitto. Gli vengono contestati i reati di tentato omicidio e detenzione e porto abusivi di armi e munizioni, aggravati dalle modalità mafiose.

Nell’immediatezza del suo ferimento, dopo che i due responsabili si erano allontanati in auto, Mangiola richiamò l'attenzione di alcuni finanzieri, impegnati in un servizio di controllo del territorio, fornendo loro le indicazioni sull'identità degli esecutori del tentato omicidio, che avevano agito entrambi a viso scoperto.

Il Gip, nell’ordinanza di custodia cautelare, parla di «un quadro gravemente indiziario connotato da tutti i caratteri del tipico agire mafioso quali le modalità di esecuzione spregiudicate ed efferate e l’esplosione di più colpi in pieno centro abitato e nelle prime ore della mattina, in una zona della città storicamente soggetta all’influenza e all’imposizione mafiosa».

Nel corso delle indagini, il Nucleo Polizia Economico Finanziario si è avvalso della qualificata azione assicurata dai militari della Compagnia Pronto Impiego di Reggio Calabria e della Sezione Aerea di Lamezia Terme. Le investigazioni sono state, inoltre, condotte con il supporto, anche tecnico, del personale della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria.

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