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Piana di Gioia Tauro, il report di Medici per i diritti umani (Medu): «Braccianti in condizioni-limite e gli alloggi pronti restano chiusi»

Urgente il ripristino del presidio dei Vigili del fuoco alla tendopoli

La tendopoli di San Fedinando

Eliminare gli ostacoli burocratici che impediscono l’apertura degli alloggi destinati ai braccianti e investire su iniziative in grado di coniugare abitare e lavoro; misure concrete per proteggere i diritti dei lavoratori agricoli, a partire dai meccanismi di controllo delle politiche di filiera. Mentre è di vitale importanza, nel breve termine, ripristinare un presidio dei vigili del fuoco nella tendopoli di San Ferdinando così come servizi essenziali quali acqua potabile, luce e raccolta rifiuti, per evitare che venga compromessa ulteriormente la sicurezza.
È quanto chiesto con forza da Medu, da dieci anni presente nella Piana di Gioia Tauro per portare assistenza medica e supporto legale ai braccianti impiegati nella raccolta agrumicola, e dai partner del progetto “Campagne aperte”. Un team che fornisce anche orientamento legale, con il supporto di due mediatori culturali, e che opera tre giorni a settimana presso gli insediamenti precari della Piana, raggiungendo con una clinica mobile i circa 1500 braccianti agricoli stranieri che popolano i casali abbandonati, la fatiscente tendopoli ministeriale e i vecchi container sparsi tra i comuni di Rosarno, San Ferdinando e Taurianova.

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