Reggio

Giovedì 05 Dicembre 2024

Indagini sull’aggressione a Varapodio, don Giovanni si chiude nel silenzio

Nessuna dichiarazione sui fatti accaduti, nessuna esternazione pubblica. A tre giorni dall’aggressione subita nella chiesa di Santo Stefano, il sacerdote don Giovanni Rigoli non ha ancora rotto lo strettissimo riserbo. Riflessione e ricerca della serenità, queste le priorità per il parroco di Varapodio. Sabato scorso, al termine di una funzione religiosa, il prete è stato avvicinato da ignoti, privato del cellulare e colpito in fronte con una testata violenta. Un fatto che ha richiesto il suo trasporto in ospedale e l’osservazione medica per diverse ore. La vicenda ha fortemente scosso la Diocesi di Oppido – Palmi che, per voce del vescovo Giuseppe Alberti, ha parlato di «evento preoccupante». Solidarietà è giunta da sacerdoti, fedeli, sindaci del territorio. Sul caso stanno indagando i carabinieri del comando stazione di Varapodio, coordinati dal maresciallo Luca Cozzo, con il coordinamento della Compagnia di Taurianova. Proprio ieri mattina, don Giovanni Rigoli è stato accolto dal capitano dell’Arma Gaetano Borgese per ricevere la vicinanza e solidarietà. Stando alle informazioni raccolte nelle scorse ore, dopo l’ascolto del parroco, l’attività dei militari sarebbe rivolta al riscontro di eventuali telecamere di sorveglianza utili all’identificazione degli autori del gesto. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Calabria

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