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Strada Ionio-Tirreno: sulla Limina restano l’incognita drenaggio e le modalità della chiusura a tempo

Attesa per il progetto dell’Anas, alla luce delle “raccomandazioni” di Mesiti. Probabile un transito nelle ore diurne a senso unico alternato

Dovrebbero essere resi noti nei prossimi giorni ulteriori dettagli tecnici relativi all’intervento di manutenzione straordinaria della Galleria della Limina sulla Strada di grande comunicazione “Jonio-Tirreno”, dopo che il presidente della Regione Roberto Occhiuto ha dato notizia, martedì scorso, dell’approvazione, da parte dell’Anas, del progetto rimodulato dopo la mediazione da parte della stessa Giunta regionale che la scorsa estate si è adoperata (anche e soprattutto sotto la spinta di sindaci, associazioni di categoria e corpi intermedi del territorio metropolitano) per impedirne la chiusura 24 ore su 24 per venti mesi, come era stato prospettato lo scorso mese di luglio.
Dunque, fugati i dubbi sull’avvio dei lavori, che lo stesso Occhiuto ha assicurato che «inizieranno entro il mese di marzo e saranno solo di notte» resta da conoscere quali saranno gli interventi prioritari e come sarà assicurato il transito dei mezzi di soccorso nelle ore in cui i cantieri saranno operativi, un’altra delle “conquiste” del tavolo regionale, stante la costante interazione tra i due presidi ospedalieri “spoke” di Locri e Polistena che si concretizza anche col trasporto di degenti.
Il crollo di alcuni calcinacci nell’ingresso est della galleria lo scorso dicembre, aveva riacceso i riflettori sulla sicurezza del traforo. Già, perché se fortunatamente non si sono registrati danni a persone o cose dopo il crollo dei pezzi di calcestruzzo ammalorato in orari serali, in cui il traffico si dirada, resta la percezione della pericolosità della galleria, nonostante le ripetute rassicurazione da parte dell’Anas, che ha sempre sostenuto che la calotta non rischia il crollo. Semmai, si è sempre parlato (ora più che mai dopo la rimodulazione del progetto) di interventi mirati e chirurgici sulle parti in cui le infiltrazioni d’acqua hanno causato dei danni. Dunque, senza pensare al rifacimento totale della calotta.

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