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Occupazione selvaggia (e abusiva) delle case popolari, dopo un accoltellamento blitz a Polistena: 52 denunce

Blitz dei carabinieri a Polistena per sgomberare gli alloggi occupati abusivamente. Ben 52 persone sono denunciate a seguito di una campagna di controlli volti a prevenire e reprimere il fenomeno di stazionare nelle case popolari del comune reggino.
A suscitare l’attenzione dei militari, un fatto di cronaca che si è verificato a luglio del 2022, proprio in uno dei complessi di case popolari di quel comune, quando un 51enne, dipendente del Comune di Polistena e beneficiario di alloggio pubblico, aveva aggredito a coltellate due persone note alle forze dell'Ordine, in quel momento ospitati in un altro degli appartamenti di quel complesso. Proprio il prosieguo di questo caso, che nell’immediatezza aveva portato all’arresto dell’uomo per tentato omicidio, aveva messo in evidenza che chi ospitava i due accoltellati non aveva titolo a risiedere in una casa popolare.
Da qui la scelta di passare al setaccio le documentazioni di oltre 300 unità abitative, alcune di proprietà dell’ente locale, altre gestite dal comune per conto dell’Aterp. Il risultato è che ogni dieci alloggi controllati, i militari ne hanno individuato almeno uno occupato senza titolo o occupato solo saltuariamente dai beneficiari.

Infatti, le indagini hanno fatto emergere come, all’interno del sistema di gestione delle case popolari, vi fossero sia nuclei familiari che, in spregio ai criteri di assegnazione e alle graduatorie comunali, avevano, negli anni, occupato alloggi senza nessuna formale investitura, sia famiglie che, pur vivendo in altre abitazioni, non avevano rilasciato l’alloggio che, ai tempi, era stato loro assegnato sulla base di necessità economiche oggi non più attuali. Fra questi ultimi, si segnala il caso di un 40enne che, trasferitosi in nord Italia per lavoro, manteneva l’alloggio come pied-à-terre quando tornava a Polistena per le festività.
I carabinieri hanno poi riscontrato che, in uno dei casi analizzati, vi era stato un vero e proprio mercato dell’alloggio pubblico. È risultato, infatti, che una delle famiglie alloggiava in un appartamento per il quale corrispondeva un canone di locazione ad un proprietario... inesistente.
Sulla base degli elementi di prova sinora raccolti, secondo l’ipotesi d’accusa prospettata alla Procura di Palmi, i carabinieri hanno perciò denunciato 52 polistenesi, 19 dei quali già denunciati in passato e 14 beneficiari di forme di sostegno del reddito erogate dagli Enti Previdenziali, ritenendoli responsabili di invasione di edifici pubblici e truffa.

Aterp Calabria, "nessuna tolleranza su occupazioni abusive"

«Desidero esprimere vivissima gratitudine verso l’Arma dei carabinieri per l’esito delle indagini e dei controlli nel Comune di Polistena protesi alla prevenzione ed alla repressione di fenomeni di occupazioni abusive degli alloggi di edilizia residenziale pubblica che impediscono non soltanto l’assegnazione legittima degli alloggi a tutti quei cittadini che, diligentemente, attendono l’accesso ad un alloggio popolare attraverso le ordinarie graduatorie di legge ma che determinano anche un evidente danno economico nei confronti di Aterp Calabria, che non percepisce il canone determinato dall’occupazione arbitraria degli alloggi». Lo afferma, in una nota, il Commissario straordinario di Aterp Calabria, Grazia Maria Carmela Iannini. La presa di posizione del Commissario é da mettere in relazione alla denuncia da parte dei carabinieri di 52 persone a Polistena per l’occupazione abusiva di alloggi popolari. «Ci costituiremo, ove ne ricorrano le condizioni - aggiunge il Commissario dell’Aterp - parte civile in tutti i processi che si terranno, in Calabria, per le occupazioni abusive degli alloggi di edilizia residenziale pubblica affidati all’ente. In questi mesi, peraltro, con le forze dell’ordine e con le Prefetture siamo al lavoro, convintamente ed in linea con le precise indicazioni pervenute, nei mesi scorsi, dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, per fronteggiare un fenomeno non più tollerabile che lede la credibilità delle stesse Istituzioni soprattutto laddove, in particolare nelle periferie urbane delle città più grandi, si inseriscono fenomeni determinati dalla pervasività della criminalità organizzata che deve essere fronteggiata con tutti i mezzi a disposizione dello Stato per ristabilirne la sovranità e spezzare un intollerabile vortice criminoso che colpisce anche nuclei familiari deboli ed indifesi»

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