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'Ndrangheta a Gioia Tauro, inchiesta “Hybris”: 21 rinviati a giudizio e 5 prosciolti in udienza preliminare I NOMI

L’inchiesta conclusa nello scorso marzo contro il clan Piromalli di Gioia Tauro. Il gup di Reggio Calabria ha fissato l’inizio del processo per il prossimo il 27 marzo davanti al collegio del Tribunale di Palmi

Il giudice per l’udienza preliminare di Reggio Calabria ha rinviato a giudizio 21 imputati coinvolti nell’operazione denominata “Hybris”, inchiesta della Procura antimafia di Reggio Calabria. Davanti al gup distrettuale sono comparsi gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario. Nella prima udienza preliminare, tenuta mercoledì scorso, il giudice ha deciso di stralciare le posizioni di alcuni imputati che non sono accusati di reati di mafia o di traffico internazionale di droga.

I nomi dei 21 rinviati a giudizio

Gli imputati che dovranno affrontare il processo, invece, sono Andrea Alampi, Antonio Albanese, Salvatore Carbone, Giuseppe Coronese, Carmela Degori, Rocco Delfino, Salvatore Delfino, Giuseppe Ferraro, Antonio Franza, Antonio Ierace, Ernesto Modafferi, Maria Martino, Rosario Mazzaferro, Aurelio Messineo, Vincenzo Simone Minniti, Vittorio Minniti, Francesco Benito Palaia, Federico Palumbo, Cosimo Romagnosi, Gaetano Verga, Antonio Zito. L’udienza per i 21 rinviati a giudizio è stata fissata dal gup distrettuale per il 27 marzo prossimo davanti al collegio del Tribunale di Palmi.

Il giudice ha deciso di prosciogliere gli imputati Ippolito Filandro, Salvatore Marzano, Fiore Chiera, Giuseppe Chiera, Giuseppe Squillace. L’inchiesta è scattata nel marzo dello scorso anno contro le potenti cosche di Gioia Tauro dei Piromalli e dei Molè. L’operazione è stata condotta dal Nucleo investigativo del Gruppo Carabinieri di Gioia Tauro, coordinata dalla Procura antimafia di Reggio Calabria: 59 indagati, di cui 49 persone arrestate (34 finirono in carcere e 15 agli arresti domiciliari). Sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi comuni e da guerra, estorsioni, danneggiamento seguito da incendio, turbata libertà degli incanti, importazione internazionale di sostanze stupefacenti.
Le indagini, svolte tra il 2020-2021, secondo la Dda avrebbero consentito di individuare gli assetti della cosca Piromalli. L’operazione, indicata in maniera convenzionale con il nome di «Hybris», partendo dall’osservazione del territorio, si è posta l’obiettivo di incidere sulla struttura organizzativa della cosca dominante nella Piana.

Oltre alle misure personali, il giorno degli arresti, il provvedimento dell’autorità giudiziaria aveva riguardato anche il sequestro preventivo di una ditta (con il relativo compendio aziendale), attiva nel settore della trasformazione dei prodotti agricoli, e di due proprietà immobiliari che sarebbero usate per agevolare le attività criminali della cosca e che rappresentano il profitto delle medesime attività delinquenziali, per un valore complessivo stimato in circa un milione di euro.

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