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Sversamento di rifiuti a Reggio, Crucitti ammette la responsabilità

Nell’interrogatorio di garanzia l’imprenditore esclude ruoli e complicità degli altri indagati

Ha ammesso le proprie responsabilità Bruno Crucitti, 65 anni, il titolare dell’impresa “Crucitti Group srl” e principale indagato dell'operazione dei Carabinieri con cui è stata smascherata un’organizzazione che sversava rifiuti speciali sul Torrente Valanidi. Assistito dal legale di fiducia, avvocato Basilio Pitasi, nell'interrogatorio di garanzia, davanti al Gip Angela Mennella ed al Pubblico ministero, ha comunque argomentato le modalità dell'attività di smaltimento rifiuti ribaltando alcuni aspetti del pesantissimo quadro d'accusa: innanzitutto le quantità di rifiuti calcolate dalla Procura e dal perito tecnico che ha redatto una specifica consulenza – circa 5mila tonnellate – non corrisponderebbero; non si tratterebbe di rifiuti speciali ma di scarti di e residui di edilizia; da escludere i fanghi dalla tipologia di rifiuti effettivamente sversati ma di «terriccio e vegetali». E soprattutto Bruno Crucitti, colpito da misura degli arresti domiciliari, si è addossato tutte le responsabilità degli illeciti escludendo ogni forma di cooperazione e complicità dei figli dell’imprenditore, Francesco e Daniele Crucitti, di 39 e 36 anni, rispettivamente amministratore unico e socio dell’impresa di famiglia, e due dipendenti con mansioni di autisti, Edoardo Belfiore, 56 anni, e Giovanni Salvatore Vittoriano, 59. Tutti e quattro denunciati a piede libero.

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