
Si sarebbe ripetuto per anni, tanti anni, l'affaire delle case popolari nel quartiere Santa Caterina. «Un ampio arco di tempo» evidenziano gli inquirenti per un tema d'accusa nevralgico evidenziato dallo stesso Gip nella voluminosa ordinanza di custodia cautelare: «II riferimento in ordine al “tempo trascorso dalla commissione del reato” impone al giudice di motivare sotto il profilo della valutazione della pericolosità del soggetto in proporzione diretta al tempo intercorrente tra tale momento e la decisione sulla misura cautelare, giacché ad una maggiore distanza temporale dai fatti corrisponde un affievolimento delle esigenze cautelari. L'esigenza dunque sussiste in generale e ancor di più nel caso di specie stante il rilevante lasso di tempo trascorso dai fatti per cui si procede. Ovviamente il decorso del tempo dai fatti è elemento che incide sull'attualità delle esigenze cautelari - definita come “riconosciuta esistenza di occasioni prossime favorevoli alla commissione di nuovi reati” - posto che in astratto il decorso del tempo potrebbe far venir meno il requisito, così inteso. In altre parole, il decorso di un rilevante lasso di tempo dalla commissione dei fatti per cui si procede è un elemento neutro, da valutarsi caso per caso, unitamente ad ulteriori elementi concreti onde comprendere se esso determini un sensibile attenuarsi dell'esistenza di occasioni prossime favorevoli alla commissione di nuovi reati e, dunque, elida l'attualità delle esigenze cautelari».
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