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Roccella, 23enne siriano sbarcato nel 2022: prima incarcerato come scafista e poi assolto. "Sarebbe bastata una telefonata..."

La sentenza della Corte d’appello favorevole al siriano Mohamed, oggi 23enne. Il difensore «Sa parlare il turco e lo costrinsero a fare da interprete. L’agenzia di Istanbul ha confermato che aveva pagato il biglietto»

Condannato a oltre 4 anni di carcere dal Gup del Tribunale di Locri ma poi assolto e immediatamente scarcerato «perché il fatto non sussiste» dai giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria. È la singolare vicenda – che solleva parecchi dubbi sul coretto svolgimento delle indagini, in particolare sul grande business dell’immigrazione clandestina – che per circa due anni (trascorsi in gran parte in galera) in cui si è imbattuto suo malgrado un giovane profugo siriano scambiato per una scafista dopo lo sbarco al Porto di Roccella nella primavera del 2022.
Protagonista della spiacevole vicenda è Mohamed Shami, oggi 23enne, orfano di padre, morto con il fratello sotto i bombardamenti di Aleppo), difeso dall’autunno scorso nel processo d’appello dall’avv. Giancarlo Liberati del foro di Reggio Calabria. Il 21enne Mohamed era stato spedito dalla madre, per salvarsi, con tutti i risparmi della famiglia in Turchia. Dopo aver trovato finalmente posto – pagando un sostanzioso pedaggio ai trafficanti di esseri umani – in una barca a vela con a bordo altri 90 migranti, il giovane siriano, dopo quasi sei giorni di viaggio in mare era giunto al al Porto di Roccella nella seconda metà di maggio del 2022. Poco dopo lo sbarco, è stato arrestato e trasferito in carcere perché ritenuto uno degli scafisti.

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