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Reggio, scontro di ’ndrangheta a Gallico: gli indagati scelgono il silenzio

Davanti a Gip e Pubblico ministero la seconda tornata degli interrogatori di garanzia

Scena muta davanti agli inquirenti. Anche nella seconda tornata di interrogatori di garanzia, gli indagati dell'operazione “Gallicò” hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Difeso dagli avvocati Stefano Priolo e Mario Santambrogio, anche Domenico Mario Corso, tra i principali indagati e tra chi è indicato dalla Procura antimafia come uno dei vertici delle cosche di 'ndrangheta di Gallico, è rimasto in silenzio davanti al Gip e Pm. Identica posizione assunta da Pasquale Bilardi (difeso dall'avvocato Marco Gemelli), Carmelo Cartisiano classe 1975 (avvocato Antonio Bizzintino), Davide Andrea Romano (avvocato Gianfranco Giunta). Ha invece provato a difendersi dalle accuse contestategli, rispondendo alle domande del Gip Claudio Treglia e del Pubblico ministero Nicola De Caria, Girolamo Cartisano (avvocato Antonio Bizzintino).
Per gli inquirenti sono due le direttrici d'accusa principali: l'esistenza dell'associazione mafiosa e il coinvolgimento nell'omicidio eccellente di Francesco Catalano detto “Cicciu u bumbularu”. Proprio sull'agguato del 14 febbraio 2019 il Gip Claudio Treglia ha accolto le richieste del pool antimafia.

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