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Territorio di Reggio a pezzi. E la prevenzione?

L’Ordine dei geologi lancia l’ennesimo grido d’allarme dopo la frana costata la vita un dipendente di IdroRhegion

Una tragedia annunciata. Ed è il caso di dire come sempre, peccato però che la prevenzione resti nel “cassetti” dei buoni propositi. Sebbene il dissesto idrogeologico, specie dopo stagioni estivi d’incendi a go-go, non dovrebbe più cogliere nessuno di sorpresa, Reggio si trova a piangere la vittima di una frana nella frazione pre-aspromontana di Ortì, costata la vita al dipendente 56enne di IdroRhegion Antonio Genovese.
«Le aree più interne del territorio sono state abbandonate, dopo essere state sfruttate per decenni», accusa il presidente dell’Ordine dei geologi della Calabria, Giulio Iovine. Dati allo mano, lo scenario è di assoluta emergenza. E l’Ordine - nell’unirsi al cordoglio «per l’ennesima vittima causata dal rischio geo-idrologico in provincia di Reggio» - fa il punto in termini assolutamente allarmanti.
«In tempi caratterizzati da scarsità di pioggia, possono bastare i primi scrosci per innescare dissesti sui versanti, e addirittura mietere vittime?», si chiede Iovine secondo il quale «evidentemente il territorio è in condizioni piuttosto critiche per rispondere, in maniera così violenta, alle sollecitazioni esterne, com’è il caso delle piogge».

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