Con due distinte deliberazioni della direttrice generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria Lucia Di Furia, l’Asp ha preso atto dei primi contratti sottoscritti con le strutture private accreditate del territorio metropolitano, definendo per ognuna di loro i tetti massimi di finanziamento per le prestazioni erogate (cosiddetti “rimborsi”) con oneri a carico del Sistema sanitario regionale per l’anno 2024.
L’elenco non è esaustivo, perché nell’ambito delle somme complessive stanziate sia per l’acquisto di prestazioni di assistenza riabilitativa, sanitaria e sociosanitaria, extra-ospedaliera estensiva, ambulatoriale e domiciliare (€ 39.221.804,26) che per le prestazioni erogate dalla rete specialistica ambulatoriale (€ 26.034.500,52) l’ammontare dei contratti già recepiti non concorre alla saturazione dell’ammontare totale, e quindi non è escluso il recepimento di ulteriori contratti per il rimborso di prestazioni che verranno erogate.
Tuttavia, aiuta a definire una mappatura dei privati accreditati per i quali, nel complesso, l’Asp ha proceduto alla conferma del budget assegnato all’annualità 2023 «prevedendo – è scritto nella deliberazione numero 245 del 20 marzo – un incremento per le strutture eroganti prestazioni di radiodiagnostica tradizionale, con riferimento ai fabbisogni aziendali».
Ma procediamo con ordine.
L’incidenza delle strutture private, in una regione che patisce la riduzione di risorse destinate alle strutture sanitarie pubbliche è, comprensibilmente, alta. Lo ha dimostrato plasticamente la recente inchiesta di “Presa Diretta” che ha evidenziato come nella nostra regione ci sia stato, negli ultimi anni, il più grande incremento del numero di strutture private. Delle quali – va detto – vista la situazione attuale, non si può evidentemente fare a meno, per poter fronteggiare i fabbisogni della popolazione residente.
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