Chi si aspettava tempi, scadenze e cronoprogramma su attivazione dei servizi, conclusione dei concorsi e stato di avanzamento dei lavori di edilizia sanitaria sarà rimasto, probabilmente, deluso. Ma la direttrice generale dell’Asp di Reggio Calabria Lucia Di Furia, intervenuta ieri mattina all’assemblea di AssoComuni, ha motivato le ragioni dei numerosi ritardi, riepilogato le azioni messe in campo per fare funzionare l’azienda (non solo dal punto di vista sanitario, ma anche e soprattutto tecnico-amministrativo) e individuato alcuni (risicati) margini di manovra congiunta insieme ai sindaci per redistribuire le poche risorse umane disponibili sul territorio.
Una riunione, quella di ieri, inserita nel quadro delle verifiche periodiche sullo stato della sanità comprensoriale, attivato coi vertici dell’assemblea (Vincenzo Maesano) e del comitato (Giorgio Imperitura) di AssoComuni e con la delegata alla conferenza dei sindaci dell’Asp Mariateresa Fragomeni, che il presidente Maesano ha aperto riepilogando le numerose criticità (molte delle quali sono state sottolineate dalla trasmissione Rai “Presa Diretta” andata in onda lo scorso 11 marzo) ma riconoscendo, nel contempo, i passi in avanti che sono stati fatti.
La serie di interventi è stata aperta dal sindaco di Locri Giuseppe Fontana, che ha invitato la dg e i colleghi sindaci «a fare squadra – ha detto – perché la priorità assoluta di chi indossa la fascia tricolore è garantire una sanità in grado di dare risposte ai cittadini: tutto il resto viene dopo», auspicando altresì l’istituzione di un tavolo permanente di confronto aperto anche a comitati e associazioni.
La sindaca di Siderno Mariateresa Fragomeni ha riconosciuto che la sanità calabrese continua a essere in emergenza, chiedendo tempi certi sulla realizzazione delle strutture territoriali e sull’assunzione di personale, soffermandosi soprattutto sull’attivazione della sala di cardiostimolazione dell’ospedale di Locri «che eviterebbe ai pazienti cardiopatici anziani – ha detto – faticosi spostamenti a Polistena». Ma Fragomeni ha chiesto anche «la precisa quantificazione del volume del disavanzo dell’Asp di Reggio maturato nelle varie annualità, altrimenti, se non si viene fuori dal piano di rientro, sarà impossibile raggiungere la normalità dei servizi».
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