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Bruno Gioffrè, il broker della droga e i "ponti" di cocaina tra San Luca e Messina: scovato nella casa dei parenti

Di recente era stato inserito nella lista dei latitanti più pericolosi. Nato a Locri il 21 ottobre 1990, Bruno Gioffrè ha ricevuto un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'operazione "Impasse" del dicembre 2022 a Messina. Gioffrè fu arrestato insieme ad altri otto calabresi: Antonio Pelle di Locri, Saverio Maisano di Palizzi, Antonino Davide Zaccuri, Francesco Alati e Pasquale Mollica di Melito, Daniele Sulas, Umberto e Antonio Giuliano Suraci di Reggio.

Gioffrè, in particolar modo insieme ad Antonio Pelle di Locri, finì al centro delle confessioni del collaboratore di giustizia messinese Giovanni Bonanno che portarono proprio alla vasta operazione antidroga (il blitz nel rione di Giostra fu caratterizzato da 61 indagati, con oltre 50 arresti). Gioffrè è stato condannato a 12 anni e 8 mesi. Dopo una latitanza durata quasi un anno e mezzo, Gioffrè è stato arrestato nella Locride. 

La droga attraversava lo Stretto sulle ambulanze

Le roccaforti ndranghetiste di San Luca e Melito Porto Salvo e l'utilizzo di sistemi di comunicazione criptati. In piena pandemia, considerate le stringenti restrizioni sulla circolazione di mezzi e persone, i fornitori calabresi, al fine di eludere i controlli delle Forze di Polizia e poter beneficiare, nel contempo, di un canale di passaggio prioritario sullo Stretto, provvedessero alla consegna dello stupefacente a Messina utilizzando autoambulanze. 

L’indagine

Era un gruppo parecchio numeroso, che contava una cinquantina di affiliati. Una «articolata associazione criminale, con base logistica a Giostra», scrisse all’epoca la gip Tiziana Leanza nell’ordinanza di custodia cautelare. Che era dedita alla «gestione di un imponente traffico di sostanza stupefacente di varia natura», destinata da un lato allo spaccio “al dettaglio”, dall’altro all’approvvigionamento di reti di distribuzione in mano a grossi acquirenti finali. Cocaina, hascisc, marijuana non mancavano mai al gruppo, che era caratterizzato da un rilevante «dinamismo operativo». Sotto il profilo economico-finanziario, le indagini della Finanza permisero di documentare per parecchi indagati la disponibilità di beni mobili e immobili in misura sproporzionata rispetto al reddito dichiarato e al tenore di vita. Ragion per cui la gip Tiziana Leanza dispose contestualmente agli arresti nel dicembre del 2022 il sequestro di unità immobiliari, autoveicoli e motoveicoli, per un valore complessivo stimato di circa 500mila euro. Sequestri che a conclusione dell’udienza preliminare, ieri, sono stati confermati con la confisca dalla gup Misale.

Scovato nella casa dei parenti

Gioffrè è stato scovato nell’abitazione di una coppia di coniugi a lui vicini per vincoli di parentela, che sono stati arrestati in flagranza di reato per aver fiancheggiato e favorito la sua latitanza, offrendogli vitto e alloggio. Gioffrè è stato associato alla Casa Circondariale Arghillà di Reggio Calabria, mentre i favoreggiatori, su disposizione dell’AG procedente, sono stati tradotti presso la loro abitazione in regime di arresti domiciliari, in attesa dell’udienza di convalida.

La cattura è stata resa possibile grazie anche al coordinamento e alla sinergia tra le Procure Distrettuali di Reggio Calabria e Messina e della Procura di Locri.

 

 

 

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