Si è avvalso della facoltà di non rispondere e allo stesso tempo ha respinto ogni accusa Bruno Gioffrè, arrestato l’altro ieri a Benestare dai Carabinieri del Gruppo di Locri e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Calabria unitamente al personale del Gico del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Messina, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’ambito dell’operazione denominata “Impasse”, coordinata dalla Dda di Messina, poiché ritenuto appartenente ad un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Sul capo del 33enne di San Luca pende una condanna a 12 anni e 8 mesi di reclusione: l’uomo è stato individuato e arrestato dai militari dell’Arma all’interno di un’abitazione nelle campagne di Benestare. Gioffrè, inserito recentemente nell’elenco dei latitanti pericolosi, è stato sentito ieri alla presenza del proprio difensore, avv. Pietro Bertone, mentre si trovava all’interno della casa circondariale di Locri. L’ormai ex latitante, pur non rispondendo alle domande del pm Massara, ha fatto delle dichiarazioni spontanee con le quali ha escluso ogni rapporto sia personale sia di natura illecita con altri indagati dell’operazione “Impasse”, che nel dicembre 2022 aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza del gip di Messina nei confronti di 61 soggetti ritenuti promotori e partecipi di una strutturata organizzazione criminale dedita, alla gestione di un lucroso traffico di sostanze stupefacenti sull’asse tra la Calabria e la Sicilia. La cattura di Bruno Gioffrè è avvenuta in un’abitazione di contrada Ricciolio di Benestare dove gli investigatori lo hanno rintracciato dopo un’approfondita ricerca e dopo diversi servizi di osservazione. Nel corso degli appostamenti sembra che gli inquirenti siano riusciti ad individuare il 33enne per via di una “leggerezza”, Gioffrè, infatti, si sarebbe affacciato su un balcone per fumare una sigaretta che gli sarebbe costata la fine della sua latitanza. Gioffrè, che oltre all’avv. Bertone è difeso anche dall’avv. Enzo Nobile, dovrà rispondere delle accuse mosse a suo carico dalla Dda di Messina. Sempre ieri il Gip di Locri, dott. Federico Casciola, ha convalidato il fermo dei fiancheggiatori, disponendo la revoca della misura degli arresti domiciliari per la signora C.M., accogliendo le argomentazioni dell’avv. Pietro Bertone, che ha sostenuto il venir meno dell’attualità della contestata condotta. Nella medesima udienza il gip di Locri ha accolto il patteggiamento alla pena finale a 1 anno 1 mese e 10 giorni, con sospensione, per l’altro fiancheggiatore, G.P. - anch’esso assistito dall’avv. Bertone -, che di fatto è stato rimesso in libertà.