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Gang degli stupefacenti a Reggio, il giudice: «Dai dialoghi la prova del narcotraffico»

Operazione “Jo.Ti.”: nelle motivazioni della sentenza la conferma degli affari dell’associazione incastrata dalla Polizia

In città la base operativa degli affari della droga, in provincia, a macchia di leopardo tra il litorale jonico e la costa tirrenica, gli snodi dei rifornimenti e delle cessioni degli stupefacenti. Procura antimafia e Polizia di Stato hanno denominato l'operazione “Jo.Ti” proprio per sottolineare l'ampio contesto geografico ed ambito criminale della gang della droga, sull'asse Jonio-Tirreno. Un processo dall'iter procedurale complicato, arrivato a sentenza ad oltre 16 anni dagli arresti e dopo le censure della Corte Suprema di Cassazione. Anche dalla sentenza del processo-bis, il Gup ha ribadito il reato-cardine: associazione finalizzata al narcotraffico. Un dato che emerge dalle motivazioni delle condanne: «Non può dubitarsi in ordine alla sussistenza dell'associazione criminale finalizzata al narcotraffico e al contributo partecipativo fornito al costituto criminale dagli imputati i quali, accomunati da una stabile cointeressenza illecita, si prodigavano con sistematicità e frequenza nell'acquisto, custodia e cessione a terzi acquirenti di quantitativi di sostanze stupefacenti».

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