Una parte consistente dell’inchiesta antimafia, coordinata dai magistrati della Dda di Torino e sfociata nei giorni scorsi, nell’hinterland del capoluogo piemontese, nell’operazione “Echidna”, ruota attorno alle figure e ai movimenti, più illeciti che leciti, della “famiglia Pasqua”, un nucleo, di origini calabresi che in Piemonte, secondo quanto è stato più volte evidenziato dai magistrati antimafia torinesi e dagli investigatori dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Torino, sarebbe riuscito, in particolare nel comune di Brandizzo, ad avere un consistente controllo sul territorio al punto da ottenere, secondo gli inquirenti, diversi grossi appalti di lavori tra cui quelli relativi anche all’autostrada A32, Torino-Bardonecchia.
Tra le nove persone destinatarie di provvedimenti restrittivi emessi dal Gip del Tribunale di Torino, su richiesta della Dda del capoluogo piemontese, tre, infatti, fanno parte del nucleo familiare dei Pasqua: Giuseppe Pasqua, di 80 anni, il figlio, Domenico Claudio Pasqua, di 54 anni, e il nipote Luca Michael Pasqua, arrestato ieri sera dai Ros, di rientro da Miami, all’aeroporto di Torino Caselle.
Il 40enne si trovava negli Usa per un evento sportivo e tramite i social aveva chiarito che sarebbe rientrato a breve per chiarire la sua posizione, sottolineando la completa estraneità alle accuse. L'uomo ora si trova presso la casa circondariale di Torino.
Giuseppe Pasqua, il “capofamiglia”, è nato a Mammola, nel 1943 ed è emigrato in Piemonte tantissimi anni fa. Nell’hinterland di Torino col passare del tempo sarebbe riuscito, come sottolineato dai magistrati antimafia, a ritagliarsi una «porzione di rispetto», potendo contare sull’appoggio e aiuto di alcune famiglie di ‘ndrangheta di San Luca radicate ormai da anni nel Nord e in particolare in Piemonte, dove continuano ad operare e a tenere sotto controllo il territorio anche altri potenti e ramificati clan calabresi di Platì e Gioiosa Jonica.
Ieri nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Torino, gli indagati della famiglia Pasqua arrestati venerdì scorso dai carabinieri, hanno fatto scema muta. I Pasqua, infatti, come evidenziato dal loro legale, l’avv. Cosimo Palumbo, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, riservandosi, non appena riusciranno a leggere tutti gli atti dell’inchiesta, di rendere dichiarazioni.
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