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Reggio, il pestaggio di un detenuto da parte di sei agenti della penitenziaria. Fissato l'appello contro il loro proscioglimento

In sei punti i motivi per cui la Procura ha chiesto "dichiarare nulla la sentenza di non luogo a procedere". Fissata l'udienza l'11 giugno.

Fissato l'appello della Procura di Reggio Calabria contro la sentenza di "non luogo a procedere" emessa dal Gup Vincenzo Quaranta nei confronti i sei agenti della Polizia penitenziaria coinvolti nell'inchiesta sul presunto pestaggio nelle carceri reggine “San Pietro” del detenuto napoletano, Alessio Peluso e prosciolti al temine dell'udienza preliminare. In sei punti i motivi per cui la Procura ha chiesto alla Corte d'Appello <dichiarare nulla la sentenza di non luogo a procedere; in riforma della sentenza di non luogo a procedere, rivalutare l'intero quadro degli elementi raccolti con conseguente pronuncia nei confronti degli imputati del decreto che dispone il giudizio». La Corte d'Appello di Reggio Calabria ha fissato l'udienza l'11 giugno.

Davanti ai Giudici della prima sezione penale compariranno Alessandro Gugliotta (Sant'Agata Militello Messina, 55 anni, difeso avvocato Renato Russo del Foro di Reggio); Diego Ielo (Reggio, 59 anni, difeso dagli avvocati Antonio Managò e Marco Gemelli del Foro di Reggio); Angelo Longo (Barcellona Pozzo di Gotto, 43 anni, difeso dall'avvocato Filippo Maria Barbera del Foro di Barcellona Pozzo di Gotto); Stefano Munafò (nativo di Milazzo, residente a Villa San Giovanni, 36 anni, difeso dagli avvocati Luca Barillà del Foro di Reggio e Salvatore Silvestro del Foro di Messina); Carmelo Vazzana (Reggio, 54 anni, difeso dagli avvocati Lucio Masottini e Marco Panella del Foro di  Reggio); Antonino Biondo (Reggio, 48 anni, difeso dall'avvocato Giuseppe Aloisio del Foro di Reggio).
Il ricorso contro il proscioglimento disposto il 21 settembre 2023 era stato avanzato dal Pubblico ministero Sara Prezzan, con il visto del procuratore Giovanni Bombardieri e del procuratore aggiunto Stefano Musolino.
Per la stessa vicenda sono sul banco degli imputati, davanti al Tribunale collegiale di Reggio, otto persone: l'allora comandante della Polizia penitenziaria, cinque agenti, un medico e un infermiere in servizio al carcere “San Pietro”.

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