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Locri, la stagione dei sequestri di persona “ricordata” a chi non l’ha vissuta

La prima calabrese al Cinema Vittoria del film “800 Giorni”, sul rapimento Celadon. Domenico Musolino: «Fare memoria per dare speranza nel futuro»

Locri e la Locride non dimenticano la triste stagione dei sequestri di persona che ha rappresentato uno dei momenti più oscuri della recente storia sociale e giudiziaria di un territorio che ha avuto la forza di lottare, e continua a fare memoria. Di quegli anni bui si è discusso nel corso di un ampio e approfondito convegno sul tema “Legalità nella Locride (passato-presente-futuro)”, organizzato dall’ing. Domenico Musolino, che si è svolto ieri mattina al Cinema Vittoria di Locri, dove è stato proiettato, per la prima volta in Calabria, il film “800 Giorni”, liberamente ispirato al sequestro di Carlo Celadon, co nla regia di Dennis Dellai presente insieme all’attrice protagonista, Marta Dal Santo.
«Si è legato il film, che è molto significativo, a un dibattito coinvolgendo, in particolare, le scuole di Locri, per ricordare quanto è avvenuto in passato e dare una speranza per il futuro che non può prescindere dalle nuove generazioni», ha sottolineato l’ing. Musolino, fratello di Antonio “Totò” Musolino, imprenditore edile di Benestare ucciso il 31 ottobre 1999 per non essersi piegato al ricatto della ‘ndrangheta.
«Abbiamo fatto questo film perché volevamo restituire alla memoria questo decennio dei sequestri di persona che i nostri ragazzi non conoscono. Noi della provincia di Vicenza abbiamo vissuto questo decennio e abbiamo pagato in maniera pesante l’epoca dei rapimenti, alcuni imprenditori non sono più tornati, non si è più trovato neanche il corpo», ha affermato Dennis Dellai. «La storia di Carlo Celadon, alla quale noi ci siamo ispirati – ha aggiunto il regista - parla di un rapimento durato 831 giorni, il più lungo della storia d’Italia. L’intendo era quello di fare un film molto basato sui sentimenti, riportando alla memoria questo decennio, che è stato dimenticato, dove sono accaduti fatti assolutamente drammatici».

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