L’inchiesta penale della Procura dei minori e gli accertamenti interni della scuola, le verifiche dei Carabinieri e le testimonianze dei compagni, i riflettori accesi dall’Usr e il dibattito aperto tra sociologi e pedagogisti. Inevitabilmente il gravissimo episodio di violenza avvenuto all’interno del liceo scientifico “Leonardo da Vinci”, la scuola più frequentata e probabilmente più “in” di Reggio, ha acceso i riflettori su un mondo troppo spesso dimenticato: quello dell’istruzione e degli investimenti mai sufficienti, ma anche della famiglia e delle responsabilità che troppo spesso si tende colpevolmente a delegare.
La verità, nuda e cruda, è che un ragazzo di 15 anni è tuttora ricoverato in Rianimazione (ma non a rischio di vita) per le coltellate subite a scuola. E che un altro, l’aggressore, suo coetaneo e compagno di liceo, è formalmente accusato di tentato omicidio pluriaggravato in attesa di ulteriori valutazioni della magistratura. L’indagato, assistito dagli avvocati Giacomo Iaria e Claudia Francesca Romeo, è stato interrogato sabato dal procuratore dei minori Roberto Di Palma e dal pm Angelo Gaglioti. Ha ammesso «le proprie responsabilità chiedendo scusa al ragazzo vittima dell'aggressione», dicono i legali, spiegando il gesto come «frutto di una condotta precedente e contemporanea di vessazioni da lui subite e non comunicate per timore alla scuola e ai compagni». Appena possibile sarà, ovviamente, raccolta la versione della vittima.
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