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Vincolo sull’area del Piano De Nava di Reggio, anche il Comune farà ricorso al Tar

Nuova pesante opposizione alla procedura avviata dalla Soprintendenza

Una veduta aerea di Reggio Calabria

Anche l’amministrazione comunale contro la Soprintendenza. È la proposta di vincolo paesaggistico nell’area del cosiddetto “Piano De Nava” ad agitare le acque, dopo che gli uffici appena affidati alla guida ad interim alla reggina Maria Mallemace hanno avviato l’iter per “il riconoscimento di notevole interesse pubblico” di una vastissima area della città ricostruita dopo il terremoto del 1908 nel suo assetto urbanistico e architettonico.
L’incarico legale per promuovere il giudizio innanzi al Tribunale amministrativo regionale «ai fini della difesa degli interessi dell’amministrazione comunale» è stato affidato dal Comune alla dirigente dell’Avvocatura civica Fedora Squillaci e all’avvocato dello stesso ufficio Alberto Brugnano. L’iniziativa segue quella di Ance, Confindustria, Unione Artigiani-Confartigianato, Uppi e Federproprietà dell’area metropolitana di Reggio, che da parte loro hanno già depositato il ricorso al Tar avverso la proposta di vincolo paesaggistico promossa dalla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio (Sabap) lo scorso 27 febbraio. Il ricorso al Tar è stato presentato dalle associazioni poiché considerano la proposta di vincolo viziata da diversi aspetti di dubbia legittimità oltre che nel merito, con riferimento alla situazione di degrado diffuso dell’area oggetto della maggiore perimetrazione operata dalla Soprintendenza.

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