"Da confermare le condanne del processo di primo grado". Ha concluso così la requisitoria all'Aula bunker il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, Walter Ignazitto, nel processo d'appello "Epicentro" (il troncone con rito abbreviato).
Sul banco degli imputati 56 persone, alcune delle quali ritenute tra i vertici delle cosche di 'ndrangheta reggine.
Il giudizio di primo grado, conseguenza delle operazioni "Malefix", "Nuovo Corso" e "Metameria", si era concluso a luglio del 2022 con 54 condanne e 5 assoluzioni. Sono 55 complessivamente gli imputati in Corte d'Appello a Reggio gravati, a vario titolo, delle accuse di associazione mafiosa, estorsioni e danneggiamenti. Sotto accusa anche esponenti delle cosche De Stefano-Tegano-Molinetti, Libri, Condello, Barreca, Rugolino, Ficara, Latella e Zito-Bertuca. I potenti di Reggio Calabria.
In primo grado la pena più pesante, 23 anni di carcere, è stata inflitta a Domenico Calabrò, ritenuto tra i fedelissimi del boss Filippo Barreca, condannato a 20 anni di reclusione così come Demetrio Condello, Carmine De Stefano, Orazio De Stefano, Antonio Libri e Luigi Molinetti. Tra i condannati anche Donatello Canzonieri (19 anni e 8 mesi), Giandomenico Condello (18 anni e 10 mesi), Giorgino De Stefano detto "Malefix" (12 anni e 8 mesi), Paolo Rosario De Stefano (14 anni), Edoardo Mangiola (18 anni), Alfonso Molinetti di 65 anni (12 anni e 2 mesi), Antonino Monorchio (16 anni e 8 mesi), Carmine Polimeni (16 anni) e Domenico Tegano (18 anni).
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