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Telemedicina in carcere, Reggio Calabria fa scuola: ecco il nuovo progetto

Lo scorso febbraio l’Asp ha avviato un progetto innovativo nel carcere di Arghillà per migliorare il diritto alla salute dei detenuti Di Furia: «Avviata una stretta collaborazione tra istituto penitenziario e strutture sanitarie»

L’Asp di Reggio ha avviato un innovativo progetto di Telemedicina nel carcere di Arghillà. «La garanzia della Salute negli Istituti Penitenziari è un tema attuale, pertanto è necessario trovare soluzioni che consentano di ottimizzare risorse umane/professionali e strumentali. Serve una nuova cultura del carcere, basata su una visione che consenta di garantire al detenuto adeguate condizioni di salute attraverso la collaborazione tra carcere e strutture sanitarie aziendali – dichiara il Direttore Generale dell’Asp , Lucia Di Furia –. Nell’ambito della pianificazione strategica, l’Asp ha definito obiettivi di implementazione di servizi di Telemedicina per far fronte, anche in ambito penitenziario, a tali criticità. Il progetto è stato realizzato con l’autorizzazione della Direzione dell’Istituto Penitenziario che ne ha colto il valore. Grazie al direttore Carrà è stata effettuata una valutazione delle condizioni esistenti e le dott. Velletri e Stendardo hanno permesso di realizzare il progetto innovativo “Telemed Oltrelemura”, avviato lo scorso febbraio in via sperimentale, che consente di erogare prestazioni mediche e diagnostiche strumentali e garantire la gestione terapeutica cronica ed estemporanea da remoto ai reclusi ad Arghillà».

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