Ha definito l’attuale situazione del’Ente Parco nazionale dell’Aspromonte come la trama di un film. Leo Autelitano, silurato e decaduto dall’incarico di presidente dell’Ente, ha già impugnato al Tar la decisione del Ministero ma ieri ha esposto anche tutte le sue rimostranze nel corso di una conferenza stampa. Ed ha parlato di «carattere trasgressivo, punitivo, elusivo, che riveste il decreto di commissariamento dell’Ente Parco nazionale dell’Aspromonte, che offende la dignità ed insulta l’orgoglio dell’intero popolo reggino».
Il caos è stato provocato dalla situazione esplosiva che ha interessato il personale e che ha visto il Parco citato davanti al Tribunale e per questo Autelitano non ci sta e tuona: «Va aggiunta l’inopportunità del decreto, sotto il profilo dell’incastro temporale e cioè alla vigilia di importanti pronunciamenti da parte della magistratura giudicante, particolare che avrebbe suggerito un rispettoso silenzio, visto che precise responsabilità gestionali dell’Ente, hanno costretto dipendenti e soggetti esterni, a rivolgersi ai giudici, per vedersi riconosciuto ciò che spettava loro di diritto, aggravando così il carico sulle spalle del presidente che già a causa del comportamento dissennato del direttore, si è visto trascinare in un’aula di tribunale per rispondere di comportamento antisindacale in quanto rappresentante legale dell’Ente, accusa che stride con la storia della propria vita, trascorsa schierandosi sempre dalla parte dei lavoratori».
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