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Reggio, l’ex parroco di Condera: «È inaccettabile e disumano restare a processo per 17 anni»

Don Nuccio Cannizzaro commenta la sua vicenda giudiziaria

L'assoluzione della Corte d'Appello, a conferma del verdetto già espresso dal Tribunale collegiale, potrà mai ripagare don Nuccio Cannizzaro, oggi alla guida della prestigiosa parrocchia di San Giorgio al Corso ed all'epoca dei fatti della chiesa di Condera, dall'aver trascorso 17 anni a convivere con un'ipotesi di reato pesante come un macigno per chiunque (aver reso false dichiarazioni in sede di indagini difensive al fine di agevolare una cosca di 'ndrangheta)? Una domanda inevitabilmente senza logica risposta.
A due giorni di distanza dalla sentenza come sta vivendo la seconda verità giudiziaria?
«Molto arrabbiato, per niente contento, nè felice. Perchè ho subito processi mediatici e processi penali sulla base di impressioni, suggestioni che alla fine si sono rivelati infondati. Devo anche dire che in questi lunghi anni non mi sono mai sentito solo. Ho avuto la solidarietà di tanta gente, dei parrocchiani, amici. E devo ringraziare il vescovo d'allora monsignore Mondello che dal primo momento capì che la vicenda era stata strumentalizzata e non mi ha mai fatto mancare fiducia e sostegno lasciandomi tutti gli incarichi pastorali (parroco a Condera, cerimoniere arcivescovile, cappellano della Polizia municipale e provinciale, assistente spirituale del Centro sportivo)».
E la Chiesa?
«Solidarietà di tanti sacerdoti. Ricordo monsignor Antonino Denisi, don Pasqualino Catanese, don Ernesto Malvi, don Pippo Curatola, don Francesco Surace. E molti altri».

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