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Locri, concessi i domiciliari a Marjan: potrà raggiungere il figlioletto

La decisione del Riesame sulla presunta scafista sotto processo

Incubo galera finito. Dopo ben sette mesi di reclusione trascorsi nelle carceri prima di Barcellona Pozzo di Gotto (Messina) e poi di Reggio Calabria, la giovane presunta “scafista” iraniana, Marjan Jamali, ha ottenuto degli arresti domiciliari, a seguito dell’accoglimento dell’ennesima richiesta di scarcerazione presentata dal suo legale di fiducia, avv. Giancarlo Liberati. A stabilirlo sono stati, ieri pomeriggio i giudici del Tribunale del riesame di Reggio Calabria (presidente Antonino Francesco Genovese).
Marjan Jamali era stata arrestata a Roccella lo scorso ottobre due giorni dopo il suo sbarco insieme al figlio di appena 8 anni e ad altri cento migranti giunti dalle coste della Turchia a bordo di una barca a vela, perché considerata una scafista. Accusa sempre respinta dalla donna e dal suo legale, visto che a carico di Marjan le sole accuse provenivano da tre migranti (in particolare da tale Rahen Khalid Rasul) poi spariti dalla circolazione dopo l’identificazione. Un’accusa falsa e inventata, secondo la donna e l’avv. Liberati: i tre migranti, infatti, avrebbero “punito” la giovane iraniana per non aver ceduto alle loro avance di natura sessuale.

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