L’esito era nell’aria, soprattutto dopo la decisione della Cassazione che, due anni fa, aveva annullato tutte le condanne e aveva rimandato indietro il processo per un nuovo giudizio di secondo grado. Nel pomeriggio di ieri, la conclusione dell’appello bis, che riporta il procedimento “Deus” al primo grado, quando il Tribunale di Palmi aveva ridimensionato il castello accusatorio, nella parte che riguardava le presunte interferenze del potente clan rizziconese nella vita pubblica cittadina. Una sentenza che era stata inasprita dal giudizio della Corte d’appello di Reggio Calabria, ma che era stata a sua volta fatta letteralmente a pezzi dalla Cassazione: condanne annullate e processo che ritornava in Appello.
I giudizi di piazza Castello, nella giornata di ieri, non hanno potuto fare altro che fare propri i richiami della Cassazione e riformare la prima sentenza di secondo grado.
Condanne fortemente ridimensionate anche grazie al lavoro del collegio difensivo che in Cassazione aveva fatto presente che il processo “Deus” ricalcava, almeno fino marzo del 2015, un altro procedimento che era stato intentato dalla Procura antimafia di Reggio Calabria contro la cosca Crea di Rizziconi, vale a dire “Toro”.
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