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Pordenone, si fingeva malato grazie a certificati falsi e tornava nel suo paese a Reggio: indagato un 40enne, denunciati 5 medici

Alla Maturità 2018 si potrà essere ammessi se si ha almeno la media del 6, condotta inclusa. Dunque non sarà più richiesta la sufficienza in tutte le discipline come avviene ora. Lo prevede lo schema del decreto sugli esami di stato arrivato sul tavolo dei parlamentari. Il provvedimento indica, tra gli altri requisiti per l'ammissione all'esame, la partecipazione alle prove Invalsi, lo svolgimento dell'alternanza scuola lavoro e, come nella normativa vigente, la frequenza per almeno tre quarti del monte ore annuale. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Si finge malato e grazie a falsi certificati medici lavora 9 giorni in 3 anni percependo oltre 40 mila euro: denunciati un dipendente scolastico Ata di 40 anni e 5 medici compiacenti. La Guardia di Finanza di Pordenone ha condotto l’indagine ed a scoprire la frode dell’uomo che in tre anni aveva lavorato in tre istituti diversi. Il suo modus operandi era sempre lo stesso: dopo aver risposto alla chiamata dell’Istituto scolastico come Ata, si presentava in segreteria, firmava il contratto di lavoro e dopo 3 giorni di servizio ritornava al paese d’origine, nella provincia di Reggio Calabria, per svolgere un’altra attività lavorativa, inviando falsi certificati medici, emessi da professionisti compiacenti.
Oltre a consentirgli di rientrarea casa senza soggiacere a visita fiscale, i certificati gli permettevano anche di percepire il 100% della retribuzione continuando ad accumulare punteggio per l’avanzamento in graduatoria. Il sistema di frode ricostruito dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Pordenone è durato circa tre anni nel corso dei quali l’uomo, senza alcuna autorizzazione, aveva anche avviato l’attività di broker nel noleggio auto a lungo termine, spostandosi in Italia ed all’estero. Una perquisizione nella sua abitazione, disposta dalla Procura della Repubblica del Friuli Occidentale, ha permesso di rinvenire e sequestrare, oltre a una corposa documentazione comprovante il doppio lavoro svolto, anche 300.000 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività esercitata. Il dipendente pubblico e i 5 medici compiacenti sono stati deferiti alla Procura.

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